Crisi? Risparmi? Sì, ma con intelligenza. E’ quanto viene da dire gettando lo sguardo all’immediato futuro, rappresentato finalmente dalle nostre agognate e ben meritate vacanze. Quest’anno gli italiani non hanno optato per una rinuncia, come i venti recessivi potrebbero fare credere, ma semplicemente hanno deciso per le ferie a “corto raggio”, ossia entro i patri confini.

La riprova viene da Amadeus Italia, leader nella distribuzione e nella fornitura di tecnologie avanzate per l’industria globale dei viaggi e del turismo, che annuncia i trend emersi dall’Osservatorio Integrato dei Viaggi e del Turismo in collaborazione con Google Italy, che analizza preferenze e  comportamenti degli italiani per la stagione estiva 2011.

I dati Amadeus sono stati confrontati con le ricerche che gli italiani hanno effettuato sul motore google.it nello scorso mese di maggio e in merito a destinazioni di tipo turistico, da sempre tra le più cercate. Le ricerche per il settore travel sono in crescita anno dopo anno, come è emerso nei primi 5 mesi del 2011 a fronte di un incremento del 21% rispetto allo stesso periodo del 2010.

A dispetto delle recenti vicende internazionali – aumento del costo del petrolio, crisi mediorientale e il pericolo nucleare in Giappone – la ricerca della destinazione per le vacanze si è manifestata prima rispetto a quanto accaduto per il 2010.

Le mete italiane continuano a essere le più ricercate on line, come dimostrano i dati di Google che evidenziano l’interesse del 63% dei consumatori di rimanere in Italia per le proprie vacanze e di scegliere il mare e i laghi come meta preferita (il 64%). In particolare, tra le destinazioni più cercate e in crescita rispetto al 2010 ci sono Sardegna, Toscana e  Puglia (Salento).

Dopo l’Italia, le mete a corto raggio più cercate sul motore risultano essere i Paesi europei con il 28% delle preferenze, tra cui spiccano la Spagna (Baleari e Costa Brava) e le isole greche (Creta, Rodi, Dodecaneso) le quali, oltre a un generale trend positivo, stanno entrambe avvantaggiandosi della difficile situazione politica di Egitto e Tunisia. Così analogamente in crescita è la Turchia, meta di compensazione della crisi del Mar Rosso.

Bene anche le capitali europee che dominano come tipologia di mete, a evidenziare una spiccata tendenza per le vacanze culturali.

Torniamo dunque al punto di partenza. I dati Amadeus fanno riflettere sui nuovi atteggiamenti del consumatore che avverte, sicuramente, la riduzione del proprio potere di acquisto, ma non ha più un atteggiamento rinunciatario. In modo coerente con quanto sta avvenendo nel mondo del largo consumo ci si orienta verso una modalità di spesa intelligente, riflessiva, più critica. E’ questo che ha portato per esempio al successo, nella gdo, delle promozioni e delle marche private.

D’altro canto le elaborazioni Federdistribuzione su cifre Istat rivelano come in circa vent’anni, ossia dal 1991 al 2009, la componente di spesa privilegiata dai nostri connazionali sia proprio quella inerente ai servizi, la cui incidenza è passata dal 33,5% al 43,6%. Per contro, nello stesso arco cronologico, i cosiddetti “consumi commercializzati” (food e non-food) hanno ridotto il proprio peso, slittando dal 38,9 al 24,2%.