Cibi adulterati, sofisticazioni, frodi alimentari. Si accomodino pure mariuoli e delinquenti: la legge assicura loro l’impunità. Almeno da un mesetto a questa parte. Già, perché una norma cardine nella tutela degli alimenti, la legge numero 283 del 30 aprile 1962, non c’è più: abrogata, cancellata, eliminata con una maldestra sforbiciata dal corpus legislativo della Repubblica Italiana senza che ve ne sia una che in qualche modo la sostituisce. Possibile? Possibile. A denunciare la gravità del problema è stato nei giorni scorsi Raffaele Guariniello, Procuratore della Repubblica di Torino abitualmente impegnato a contrastare questo tipo di reati, il quale, trovandosi dall’11 dicembre senza più alcuna normativa alla quale fare riferimento per intervenire in caso di adulterazioni alimentari, ne ha informato il Ministro della Salute Ferruccio Fazio.

Responsabile di questo imbarazzante pasticcio è la legge numero 246 del 28 novembre 2005. La cosiddetta procedura «taglia-leggi», entrata in vigore intorno alla metà del mese scorso e fortemente voluta dall’attuale Ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli, si basa di fatto su un principio condivisibile: eliminare tutte le disposizioni di legge anteriori al primo gennaio 1970, ad eccezione di quelle ritenute «indispensabili alla permanenza in vigore», per rendere più snello un corpus legislativo che è notoriamente tra i più imponenti al mondo.

Il problema
però è che la legge 283 del 1962, riguardante appunto la tutela degli alimenti, non è stata inserita nell’elenco delle leggi da salvare. La lista stilata dagli esperti del Ministero a partire da fine 2009, come prevedeva il decreto 179 del 2009 per correggere eventuali errori e omissioni, non la contiene. Ergo, è decaduta. Evidentemente si tratta di una clamorosa omissione. Che tuttavia, in attesa che vi si ponga rimedio con la reintroduzione della legge abrogata o con una nuova norma in materia, scopre il fianco alle garanzie a tutela della salute pubblica e della qualità del made in Italy. Una situazione tanto più paradossale in quanto nel nostro paese (a Parma) ha sede permanente l’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare.

A questo punto non resta che aspettare le prossime settimane per capire che cosa succederà. Lo scenario più plausibile lascia intendere che vi sia un “ripescamento” di qualche tipo della norma. Più difficile ipotizzare l’iter per la messa a punto di una nuova disposizione di legge. Nell’attesa, magistrati e Nas non avranno (se non nei casi più gravi) alcuno strumento per intervenire su chi mette in commercio vini al metanolo, mozzarelle blu, uova alla diossina. Con buona pace della salute pubblica e della gente onesta.