Nel corso del 2011 la produzione nazionale di birra è cresciuta del 4,7% (per un totale di 13 milioni e 410 mila ettolitri), trainata soprattutto dalle esportazioni che hanno registrato la cifra record di 2 milioni e 86 mila ettolitri, in crescita dell’11,6% rispetto al 2010. Tra i principali importatori di birra italiana, Gran Bretagna (60%), Usa (9%), Sud Africa (6,3%) e Francia (4,4%). Grazie a questi risultati, il settore ha garantito un rilevante livello occupazionale che ha interessato oltre 144.000 addetti, tra produzione e commercializzazione.

Per quanto riguarda i consumi, è stata registrata una lieve crescita – pari all’1,4% - per un valore procapite fermo ai 29 litri: un risultato però che mette l’Italia all’ultimo posto tra i Paesi europei (classifica capitanata, invece, dalla Repubblica Ceca, il Belgio, l’Austria e la Germania). Positivo il trend delle vendite nei primi sei mesi del 2012, con circa 6 milioni di ettolitri di birra venduti, in aumento dell’1% rispetto al primo semestre dello scorso anno.

In Italia, 36 milioni di persone (di cui 16 milioni di donne) – pari al 71% degli italiani maggiorenni – si dichiarano consumatori di birra: una bevanda che continua la propria affermazione nel Paese, a discapito di due pregiudizi da sempre radicati nella popolazione. Scende, infatti, la percentuale di coloro che non bevono birra perché credono che gonfi (dal 10,2% al 6,4%) e di quelli che non la consumano spesso perché molto alcolica (dal 12,5% al 2,7%).

Sul fronte della distribuzione, le performance migliori sono state ottenute dalla distribuzione moderna e tradizionale (passata dal 57,3% del 2010 al 58,2% del 2011), mentre scende il “fuori casa”, passato dal 42,7% del 2010 al 41,8% dello scorso anno.