Dopo un biennio di contrazione, crescono i volumi d’acquisto di ortofrutta. E’ quanto emerge dal rapporto 2015 del Macfrut Consumers’ Trend che evidenzia un deciso +3% sull’anno precedente, con volumi che tornano al di sopra degli 8 milioni di tonnellate (8.151.415 per la precisione). A contribuire all’incremento, in primis, c’è la frutta +3,7% sul 2014, ma anche gli ortaggi sono contrassegnati dal segno “più” (+2,2%). Stabili invece i prezzi medi. 

Partendo dalla frutta, le mele, da sempre il frutto più acquistato in Italia, dopo un progressivo e costante calo, per il secondo anno consecutivo, vedono un aumento, del 3% sull’anno precedente, dovuto anche all’allargamento del parco varietale.

Significativa la crescita anche degli acquisti delle pere, +10% sul 2014, anche in questo caso ascrivibile alle ultime due annate, dopo anni di progressive e costanti diminuzioni. 

In termini quantitativi ottime performance anche per angurie, l’estate calda ha aiutato i consumi, che segnano un +12% sull’anno precedente, clementine +7%, meloni +6%. Crescita più lieve invece, variabile fra un +1% e +2% per banane, pesche, limoni, uva, albicocche e a sorpresa ananas che invece fino all’anno precedente, avevano registrato incrementi molto più consistenti. Segni negativi invece, seppur lievi per arance -4%, kiwi -1%, fragole -2% e più consistente per ciliegie -7%.



Negli ortaggi si segnalano i pomodori che dopo continui cali, negli ultimi anni registrano una buona risalita: nel 2015 +3% rispetto all’anno precedente. Crescita anche per insalate e indivie +3%, cipolle +3%, peperoni +6%, carciofi +5%. Più stabile le specie rimanenti che registrano variazioni variabili tra un -1% e un +1%.

Interessanti i dati sui canali commerciali d’acquisto dell’ortofrutta. Qui la grande distribuzione riveste un peso sempre più rilevante negli acquisti di frutta e verdura in Italia. In soli dieci anni la rilevanza è passata dal 48% al 62%, un balzo netto di +14 punti percentuali.

Il contributo maggiore all’incremento della distribuzione moderna è dato dai discount: nel 2015 hanno raggiunto la quota del 13% dei volumi. Soffre il comparto dei tradizionali, ma è importante evidenziare segnali positivi per i fruttivendoli, che toccano nel 2015 quota 20%, valore massimo degli ultimi 10 anni.