di Claudia Scorza

Poco meno di 130 miliardi di euro di fatturato e 891mila aziende coinvolte sono i principali dati che emergono dalla prima fotografia al 2021 della feed economy – l’economia derivante dal mangime – scattata dal report economico promosso da Assalzoo in collaborazione con l’ente di ricerca indipendente Nomisma.

«È con grande piacere – sottolinea Michele Liverini, vicepresidente di Assalzoo – che vedo concretizzarsi lo sforzo di tutta l’associazione nel riuscire a elaborare una visione complessiva che renda giustizia del ruolo principale svolto dalla mangimistica nella filiera alimentare italiana. Con la feed economy siamo finalmente in possesso dello strumento che permette di collegare l’alimentazione zootecnica al consumatore finale. Questo per il nostro settore è un punto di importante consapevolezza, sul quale dobbiamo continuare a lavorare».

La mangimistica è infatti un settore chiave della filiera alimentare, che si pone tra i primi anelli della filiera della produzione zootecnica. Si tratta dunque di una catena produttiva che lega la produzione agricola, l’allevamento, la trasformazione industriale e i servizi commerciali, ora letta per la prima volta in maniera unitaria grazie al report, evidenziando come il prodotto finale che arriva sulle tavole del consumatore abbia una stretta connessione con il ruolo fondamentale svolto dalla mangimistica.

Il dato emerso dall’analisi è la risultanza della somma della componente agricola dedicata all’alimentazione animale, che con circa 20 miliardi rappresenta il 35% del totale, della produzione alimentare legata alla zootecnica, che con circa 51 miliardi di valore rappresenta il 39% della produzione complessiva, cui si aggiunge la spesa alimentare degli italiani, altri 57 miliardi circa, vale a dire circa il 38% del totale. Questa prima fotografia mostra l’enorme portata del settore, ma è ancora incompleta.

Assalzoo intende proseguire con questo lavoro, includendo nei successivi report anche altre attività che completano l’indotto della filiera: la logistica alimentare, i macchinari e soprattutto i servizi al consumo, come ristorazione, mense, bar e turismo eno-gastronomico.

«Quella agro-zootecnico-alimentare – conclude Michele Liverini – è una filiera fondamentale in termini di valore, di produzione e di occupazione nel panorama produttivo, economico e sociale del nostro Paese. Un settore troppo spesso sottovalutato, o addirittura denigrato, nonostante sia determinante per garantire un bene comune come la sicurezza degli approvvigionamenti alimentari, e che attraverso i suoi prodotti rappresenta una componente essenziale della dieta tipica della Penisola, conosciuta e apprezzata in tutto il mondo».