di Luca Salomone

Dopo un esercizio 2022 chiuso in grande stile, con un fatturato di 1.735,7 milioni, in aumento a doppia cifra (+27,5%) sul 2022, un Ebitda in salita di 77 punti, fino a 152 milioni di euro e utili triplicati, gruppo Amadori cresce ancora e acquisisce il 70 per cento di Forno d’oro, azienda di trasformazione alimentare specializzata nella lavorazione e produzione di elaborati avicoli di alta gamma.

Ricordiamo che il big cesenate, all’inizio del 2022, ha rilevato, in Piemonte, Prosciuttificio Lenti (formalmente Rugger società per azioni), impresa da 44 milioni di euro di ricavi.

Ottomila metri quadrati di produzione

La vicentina Forno d’oro è stata creata dalla famiglia Corsaro, che continuerà a partecipare alla gestione, anche grazie al possesso del restante 30 per cento di quota.

Nata ufficialmente a fine anni Novanta, Forno d’oro opera, in realtà, da oltre 40 anni e ha un fatturato molto interessante, avendo superato, nel 2022, i 26 milioni di euro. Dà lavoro a 76 persone fra impiegati e addetti alla produzione, e possiede una solida esperienze nella trasformazione alimentare di elaborati avicoli di quinta gamma, come arrosti e piatti pronti.

Uno dei suoi punti forza è rappresentato dal sito produttivo, di 8 mila mq: ubicato a Isola Vicentina il complesso industriale, grazie a una serie di oculati investimenti, è dotato di linee di ultima generazione, che lo rendono uno dei più efficienti e innovativi del settore.

Grazie a questa operazione Amadori, che spicca nel salotto buono dei primi 5 marchi alimentari italiani, aumenterà la propria flessibilità operativa, acquisendo competenze e portata industriale, in una fascia di mercato ad alto contenuto di servizio.

Proteine ad alta crescita

Amadori, si legge in una nota, “intende rispondere alla robusta domanda di affettati avicoli, ampliando il proprio assortimento e la gamma di arrosti e affettati di pollo e tacchino, sia a marchio industriale sia con i marchi della Gdo. Questo segmento, a volume, ha un’incidenza del 14% sul totale affettati e salumi in Italia e, nel suo complesso, ha registrato un valore di 1.607 milioni di euro nel 2021, con una continua prospettiva di crescita nei prossimi anni”.

Il gruppo romagnolo ha oggi una quota di mercato di circa il 30% sul totale delle carni avicole consumate in Italia e sta ampliando la propria offerta a tutto il campo delle proteine, comprese quelle a base vegetale.

Può contare su un organico di oltre 9.200 persone, 5 stabilimenti di trasformazione alimentare, 5 incubatoi, 4 mangimifici e 1 in conto lavorazione, più di 800 allevamenti - sia a gestione diretta, sia in convenzione -, 3 piattaforme logistiche e 19 centri di distribuzione tra filiali e agenzie.

Nel corso del 2022-2023, infine, Amadori ha investito più di 140 milioni di euro nel miglioramento della propria filiera.

Leggi anche: Amadori triplica l'utile