di Luca Salomone

Savini Tartufi, l’azienda di Forcoli (Pisa) fondata nel 1920 dalla famiglia di cui porta il nome, entra nell’orbita del fondo di private capital Italian fine food (Iff), promosso dalla società di gestione del risparmio Avm Gestioni, realtà tutta italiana e con sede a Milano.

Italian fine food è nato con l’obiettivo di valorizzare le nostre eccellenze regionali, con particolare riguardo, almeno per ora, alla filiera tartuficola, minacciata dal cambiamento climatico.

Rilevando Savini, l’investitore stabilisce un primo tassello per la creazione di un polo dei prodotti nazionali di eccellenza.

Il programma di Iff – si legge in una nota - è di perseguire una crescita organica, basata – oltre che su future acquisizioni - sull’internalizzazione e sulla diversificazione, a partire dall’investimento di capitali freschi per sostenere il piano di sviluppo.

Tartufai da quattro generazioni

Savini da quattro generazioni porta avanti la cultura del tartufo in Italia e nel mondo, e negli ultimi cinque anni, ha raggiunto stabilmente un fatturato aggregato di oltre 10 milioni di euro, esportando il 65% circa della propria produzione in più di 40 Paesi.

Produce e commercializza tartufi di alta qualità: dai freschi ai conservati, al paté, per arrivare alle salse e condimenti, a formaggi, olio, pasta e riso, sempre a base del pregiatissimo fungo.

«Il tartufo ha ottenuto, nell’ultimo decennio, un proprio posto di rilievo all’interno dei mercati nazionali e internazionali, caratterizzandosi come prodotto per la convivialità e superando la stagionalità (prevalentemente autunnale e invernale, ndr). Da qui è nata l’idea di creare un campione in grado di cogliere tutte le opportunità generate dalla possibilità di unire le forze dei migliori operatori del settore», commenta Stefano Filippini, Partner di Avm Gestioni.

Cristiano Savini, amministratore delegato dell’azienda di famiglia, è stato confermato nel proprio ruolo.

Mercato miliardario

Nel mondo il mercato del tartufo, in costante crescita, ha, secondo alcune stime – mancano statistiche ufficiali -, un valore di circa 6 miliardi di euro.

Le nostre principali regioni di produzione sono Piemonte, Emilia-Romagna, Marche, Toscana e Umbria, Abruzzo, Molise, Basilicata e Calabria.

A livello mondiale e nell’ordine le nazioni leader (nei funghi e tartufi) sono, secondo Atlas Big, Cina (7.797.929 tonnellate), Italia (683.620), Usa (419.630) e poi Paesi Bassi, Polonia, Spagna, Iran, Canada e Francia (101.949).

Infine, sempre nel nostro Paese, i raccoglitori autorizzati sono più di 73 mila.