La scorsa settimana sono stati presentati a Milano i dati della ricerca condotta da Scenari Immobiliari per Confimprese sul trend di mercato e le prospettive di sviluppo del retail real estate. L'evento è stata l'occasione per incontrare il Presidente Mario Resca e chiedergli di tracciare un quadro della situazione attuale dei consumi in Italia.

Qual è l’andamento dei consumi in Italia?

L’andamento è negativo, i dati che abbiamo di mese in mese non mostrano segnali di ripresa reale, vera; c’è qualche sintomo di tanto in tanto che viene però smentito la settimana successiva da dati di segno opposto.

A livello di canali com’è la situazione?

Sono in difficoltà sia il dettaglio tradizionale che la GDO, vanno meglio gli hard discount. Evidentemente i consumatori hanno meno soldi a disposizione e sono alla ricerca di un buon rapporto qualità-prezzo. Anche la signora “bene” che prima li snobbava, oggi va negli hard discount; questo è un segno negativo, la gente consuma sempre meno, siamo rimasti ai consumi essenziali. L’alimentare è sceso, gli acquisti sono veramente solo quelli essenziali, il superfluo viene abbandonato e c’è poca fiducia rispetto al futuro, nonostante la comunicazione di questo nuovo Governo, che sa creare messaggi positivi dicendo che il Pil salirà. Vediamo, però, che quando vengono fatte previsioni spesso queste vengono disattese.

Quant’è grave la congiuntura economica del nostro Paese in confronto al resto d’Europa
?
È una situazione difficile, l’Italia rispetto al resto d’Europa è messa peggio perché ha un sistema di Governo e una burocrazia che rallentano la capacità del sistema economico e imprenditoriale di reagire prontamente.

Riusciremo a superare la crisi in tempi brevi?

Ritengo che il nostro paese potrà uscire da questa depressione che ormai ci attanaglia dal 2008 nella misura in cui tutto il resto d’Europa riesca a trascinarci con sé, perché noi con le nostre forze performiamo meno della media europea. Chi può va all’estero, difficilmente reinveste in Italia, mancano le infrastrutture, manca un sistema di trasporti adeguato, manca la capacità di generare nuove imprese. Sono più le imprese che muoiono rispetto a quelle che nascono e in più la cosa incredibile è la burocrazia asfissiante, inefficiente e spesso corrotta, che impedisce ai giovani di uscire.

Quindi quale potrebbe essere la soluzione secondo lei?

Il ricambio generazionale, con persone con nuove idee, nel sistema tradizionale del dettaglio anziché in altre attività, è frustrato e spento da un’incapacità del sistema pubblico che regola l’andamento dell’economia che non riesce a dare risposte, è molto corporativo, molto protettivo a favore delle classi tradizionali, delle corporazioni, impedisce ai giovani che hanno voglia di lavorare qua di fare impresa da soli.

Molti giovani che non riescono a trovare lavoro in Italia stanno emigrando all'estero in cerca di un futuro migliore. Lei che ne pensa della cosiddetta "fuga dei cervelli"?

Sono sempre di più i giovani che decidono di trasferirsi all’estero: questa è un’enorme dispersione di energie, di capacità che pagheremo con gli anni. Questa fuoriuscita di imprenditori, di giovani, di talenti che vanno all’estero, perchè spesso chi va all’estero è il migliore, è provocata dal fatto che essi sono soffocati da questa incapacità di fare impresa. In Italia mancano statisti, gente che abbia la capacità della visione a lungo termine, di lavorare nell’interesse del paese. Sono tutti ricattabili, alla fine, o dal potere o da vari interessi politici. Manca una visione di stato, c’è carenza di leader, di statisti che siano in grado di portarci fuori da questa difficile situazione.

Alla luce di questo quadro quali sono le sue previsioni per il futuro?

Non è facile fare previsioni perché abbiamo visto negli ultimi anni spesso affermare “la ripresa è dietro l’angolo”, “si vede la luce in fondo al tunnel”, ma nonostante questo il Pil non è aumentato e i consumi languono. Probabilmente, prima che la situazione si possa riprendere, si andrà peggio. Abbiamo bisogno di fiducia, la gente ha paura, anche quando ha la possibilità di investire e di comprare, quindi di alimentare tutta la filiera che c’è dietro all’acquisto, dall’industria, al commercio, ai trasporti e quant’altro, la gente rinuncia perché non sa cosa l’aspetta domani. Ogni tanto c’è qualche sprazzo di ripresa, ma la situazione certo non è brillante. Mi auguro che possa cambiare, ce lo auguriamo tutti, tutti ne abbiamo bisogno, però ora quasi tutto è bloccato, tranne qualche rara eccezione.


Stefania Lorusso