“Così morbido che si taglia con un grissino”: uno slogan pubblicitario che, avvalendosi della ben nota fragilità del sostituto del pane, già molti anni fa aveva fatto la fortuna di un alimento conservato in lattina per valorizzarne la friabilità. Un parallelo storico e di costume che contribuisce a spiegare i motivi per i quali il grissino, o meglio i grissini tale è la varietà d’offerta disponibile sul mercato, continua la sua ascesa diffondendosi nella dieta degli italiani grazie proprio alla sua estrema leggerezza ben percepita dal consumatore che può, per questo, gradire sapori che l’arricchiscano senza pregiudicare la sua caratteristica principale, le leggerezza appunto.

Lo sa bene Grissin Bon che con i Fagolosi ha declinato la produzione dei grissini in varianti che stuzzicano la voglia di sapore e l’appetito dei buongustai più attenti alla linea. Le origini di Grissin Bon risalgono agli anni Cinquanta, quando iniziò l’attività di produzione di prodotti da forno. Nota all’epoca come Grissineria Reggiana, l’azienda nacque e si sviluppò basandosi soprattutto sull’esperienza di fornaio del fondatore, Nevino Bernardelli, che impostò il lavoro dell’allora piccola impresa sui segreti della produzione artigianale tradizionale.

Il passaggio dalla Grissineria Reggiana alla Grissin Bon avviene negli anni Sessanta, quando alla produzione di pane e grissini fu aggiunta quella del pancarré e delle fette biscottate. L’ampliamento della produzione rese necessario il trasferimento in una struttura più ampia e attrezzata e il nuovo stabilimento fu installato a Calerno di S. Ilario d’Enza (RE), sede attuale in cui, negli anni, sono state introdotte nuove e più avanzate attrezzature.

Dai prodotti artigianali l’impresa ha dato poi vita a una serie di interessanti e gustose  variazioni sul tema: una strategia mirata ad ampliare l’offerta ai consumatori in un’ottica più vicina alle contemporanee tendenze alimentari. A condurre Grissin Bon è oggi Pietro Bernardelli, figlio del fondatore, la cui strategia punta a sviluppare la varietà dei sapori mantenendo un’elevata qualità organolettica di prodotti. DM ne ha parlato con Callisto Scanarini, direttore commerciale.

Come vanno i consumi di grissini? Come sono cambiati nel tempo?

Vanno bene. Nel 2010 Grissin Bon ha fatturato 69 milioni di euro, in aumento rispetto al 2009. Certo la crisi e l’attuale situazione economica nazionale, anche se di riflesso, si è riscontrata pure sulle  vendite dei nostri prodotti. Ne è derivata una riduzione dei margini aziendali dovuta alla crescita dell’incidenza promozionale. In questo contesto la bontà, la fragranza e la naturale delicatezza dei prodotti della linea sono, al tempo stesso, un punto di forza commerciale e un motivo di sincero orgoglio per Grissin Bon.

Che cosa va di più e di meno?

I nostri prodotti più performanti sono i Fagolosi nel gusto Classico, al Rosmarino, al Sesamo, alla Cipolla e, da poco sul mercato, quelli al Kamut. Grazie ai Favolosi, Grissin Bon è da anni leader in Italia nella vendita dei grissini.
 
In che cosa si può innovare? Che cosa avete fatto o intendete fare in questo senso?

Le nostre strategie consistono da anni nell’investire sulla qualità dei nostri prodotti sia in tecnologia sia in formati proponendo confezioni porzionate “salva freschezza” che danno al consumatore maggiore fragranza e garanzia di conservazione. Altre strategie che Grissin Bon attua sono quelle che ci vedono offrire nuovi prodotti attenti ai plus salutistici, come quelli biologici, e i grissini con farina di Kamut.
 
Chi è il consumatore tipo? Ne esiste un profilo?

Grissin Bon ha una vasta gamma di consumatori: dalla classica famiglia che offre in tavola un prodotto salva freschezza ai bambini, gli anziani, gli sportivi e così via.
 
Il consumatore di grissini è fedele? Come si mantiene il legame con lui?

Sì, ci è fedele in quanto risponde bene ai nostri tentativi di avvicinarci a lui sempre di più sia rispondendo alla domanda che predilige i plus salutistici sia adottando confezioni più comode nel consumo.
 
L'acquisto di grissini è d'impulso o programmato?

L’acquisto di grissini può avvenire in entrambi i casi: d’impulso grazie al posizionamento del prodotto e al pack esclusivo, mentre molte altre volte è programmato in quanto è a tutti gli effetti un sostitutivo del pane molto richiesto per le sue caratteristiche di leggerezza, digeribilità e facilità di conservazione.
 
Come agite dal punto di vista del marketing? Quali azioni prevalgono pensando alla pubblicità classica, alle promozioni in-store, alle sponsorizzazioni e così via?

Grissin Bon investe molto in comunicazione da diversi anni. Le nostre campagne pubblicitarie sono pianificate sulle emittenti TV, nelle sale cinematografiche e sulle frequenze radiofoniche nazionali, oltre che sulla stampa settimanale e in iniziative di beneficenza come la “Partita del Cuore” e altro.