Compagna inseparabile dei semplici würstel e crauti è ingrediente fondamentale pure del principesco filetto alla Woronoff, della cui preparazione si fanno vanto le cuoche e gli chef più raffinati. Lei è la senape, la salsa capace di insaporire i piatti senza aggiungere quantità significative di calorie, come chiedono i nuovi stili alimentari, e prodotto di punta della Orco di Varese, nel cui catalogo figurano anche maionese, pasta d’acciughe e altre salse e condimenti pronti. Matteo Corno, direttore generale, in perenne gara con i competitor del settore, multinazionali e imprese di grandi dimensioni, non smette mai di lottare per ritagliarsi altri spazi nella distribuzione moderna. In questo periodo sta facendo leva sulla lunga esperienza della Orco le cui origini risalgono a un secolo fa. Uno strumento di marketing, il primo centenario, volto a rafforzare il legame con i clienti più affezionati e impiegato per convincerne altri a gustare il sapore di prodotti che facilitano il lavoro tra le pareti domestiche. La fretta e il desiderio di non rinunciare a frammenti di un tempo libero sempre più raro inducono infatti schiere numerose di consumatori del nord a preparare ad esempio la succulenta insalata russa utilizzando maionese già pronta e altri del centro-sud a deliziare il palato con crostini alle alici servendosi di quelle in pasta per meglio “spalmarne” il delizioso e potente sapore.

Come va il segmento in cui operate? Come ci si differenzia?
Il mercato è di per sé maturo, fortemente presidiato dalle multinazionali e condizionato dalla crescita anche qui delle private label. Ne consegue la necessità di differenziarsi puntando su novità di prodotto, sul packaging per agevolare il consumo delle salse e sulle attività di marketing con iniziative volte a suscitare curiosità e attenzione verso la marca. L’obiettivo è quello di farla emergere nell’affollamento di offerte che caratterizzano questi anni di crisi durante i quali le famiglie tendono a spendere meno anche per l’alimentare. Inoltre, le imprese più piccole devono difendere gli spazi di nicchia rafforzando la qualità e attivandosi affinché il consumatore la percepisca chiaramente.

Che cosa vi distingue dalla concorrenza?
Soprattutto la qualità artigianale. La produzione è tutta italiana, a partire dalla materia prima.

Beh, anche il marchio non passa certo inosservato…
È vero, ci ha aiutato molto e continua ad avere il suo effetto. L’Orco che accompagna il marchio, nato da un manifesto pubblicitario degli anni ’20 del secolo scorso grazie alla creatività dell’affichista francese Achille Mauzan, non ha perso la sua capacità di attrazione.

Come sono cambiati i vostri prodotti nel tempo?
Si sono innovati secondo le esigenze dei consumatori, mantenendosi fedeli alle ricette tradizionali. Meno calorie, in sostanza, senza rinunciare alla carica di sapore attesa da chi cerca una senape, una maionese o una pasta d’acciughe. Inoltre abbiamo lavorato sulle confezioni, ottenendo un buon successo con le porzioni monodose, facili da usare e che mantengono integra a lungo la freschezza del condimento.

Che cosa va di più e di meno? Esiste un profilo tipico del consumatore dei vostri prodotti?
I consumi di maionese, senape e pasta d’acciughe si sono mostrati abbastanza costanti nel tempo. Per quanto riguarda un identikit del consumatore i suoi contorni non sono ben definibili. Si tratta in sostanza di un target trasversale e fedele, uomo-donna, dai 15 ai 45 anni. Siamo convinti che chi acquista i nostri prodotti non guardi tanto al prezzo quanto alla qualità, da generazioni.

L’acquisto è d’impulso o programmato?
Direi programmato. Non credo si tenda a fare scorta di salse e le vendite evidenziano un leggero aumento in estate e a Natale. Nel primo caso i condimenti servono a insaporire molti piatti freddi, come la maionese utilizzata in buona quantità nel vitello tonnato o nella classica insalata russa. Nel secondo caso, durante le feste di fine anno, è la senape a prevalere in accompagnamento a secondi robusti, come gli arrosti, i bolliti e i cotechini.

Come stimolate le vendite?
Sostanzialmente con sconti a scaffale e promozioni. A piccole aziende come la nostra la pubblicità classica è preclusa per motivi di costi, eccessivi. Preferiamo spendere tutto sul trade.

Che cosa state organizzando per il centenario?
Abbiamo rinnovato il packaging e avviato una raccolta punti che regala il grembiule del centenario. Il ritorno sta andando oltre le aspettative

Producete anche voi private label?
Sì, per il mercato nazionale ed estero.

In che rapporto siete con le catene della Gdo?
Non possiamo nasconderlo: vista la nostra dimensione siamo vittime del loro potere contrattuale.