La carta d'identità della Ponti di oggi riporta numeri impressionanti. 185 dipendenti, sei stabilimenti, tutti in Italia, per una superficie complessiva di 150 mila metri quadrati: tre sono a Ghemme, nel Novarese, culla dell'impresa, un altro a Casier di Treviso, un altro ancora ad Anagni, infine uno a Vignola.

Partiamo con una domanda generica...qual è la vostra mission?

Il nostro faro, la nostra guida, è cercare di coniugare la grande tradizione italiana nell’ambito dei continenti delle verdure conservate in vetro e, come dire, anche un po’ di innovazione, sia di processo ma anche cercando di mixare le nuove tendenze, senza dimenticare comunque, ì le radici che ci legano a un territorio o a più territori e comunque alla grande tradizione gastronomica e, direi, enogastronomica italiana. Noi siamo soliti dire che il gusto non dorme mai e, entrando nel nostro laboratorio di ricerca e sviluppo, questo motto è riportato in un cartello che sovrasta la struttura, proprio perché questa convinzione l’abbiamo maturata guardando alla storia della nostra azienda e della gastronomia in generale. Il gusto non è fisso e uguale a se stesso, chiaro che ci sono dei cardini o comunque delle colonne portanti grazie alle quali certi prodotti perdurano nel tempo, magari rivisitati o anche uguali a se stessi, ma ci sono tutta una serie di prodotti invece che nell’arco di 10 anni, 20 anni, 100 anni scompaiono, poi magari ricompaiono, oppure vengono dimenticati. Io sono solito fare due esempi: il primo è quello del listino di vendita di un’azienda; se uno lo prende a occasioni di un’azienda del mondo del food, lo prende oggi, 10 anni fa, 20 anni fa, 30 anni fa, ci sono dei prodotti che sono la spina dorsale dell’azienda che sono rimasti, magari con piccole evoluzioni, ci sono prodotti nuovi che dieci anni prima non c’erano, ci sono dei prodotti che dieci anni prima c’erano e che oggi non ci sono più, ma la stessa cosa vale per tutto quello che è la gastronomia di ristorazione, quindi il menu di un ristorante storico di oggi non è uguale a quello di dieci anni fa, perché cambiano le esigenze dei consumatori innanzitutto, mutano i gusti, ci sono le contaminazioni più strane che possono arrivare da altre culture, ma soprattutto cambiano le esigenze, i modi di cottura, ci sono nuove scoperte. Come le dicevo prima il gusto non si ferma mai, non dorme mai e quindi ciascuna delle aziende, in particolare la nostra, devono recepire dei segnali più o meno forti, più o meno deboli dal mercato e cercare di proporre prodotti nuovi o di rivisitare quellistorici per essere sempre al passo coi tempi e per andare incontro alle esigenze del consumatore. Questo, chiaramente, tenendo ben presente le nostre radici profonde, che sono del piemontese, dove noi siamo nati, in provincia di Novara, in una zona vocata all’enologia ma anche nella zona di Modena, dove la grande tradizione modenese nella gastronomia e nell’enogastronomia ha prodotto tra le tante cose importanti della nicchia, l’aceto balsamico di Modena, che è uno dei nostri prodotti di punta, in particolare per le esportazioni.

Tra pochi anni festeggerete il 150esimo. Che importanza riveste questo traguardo alla luce dello scenario negativo legato alla crisi economica?

Direi che è un buon traguardo e ovviamente ci auguriamo di replicare, almeno per altri 150 anni di attività. Questo è l’augurio che facciamo a noi stessi, all’azienda e soprattutto a tutti i nostri collaboratori che sono tanti e che sono professionisti a tutti i livelli, motivati e determinati e con un grande spirito di appartenenza, questo credo che sia uno dei punti di forza della nostra azienda. Sicuramente, siamo preoccupati perché la situazione, in particolare quella italiana, desta molta apprensione in tutti coloro che lavorano e che fanno attività d’impresa, perché la situazione è seria e purtroppo al momento non si vedono delle grandi luci in fondo al tunnel. I dati esteri stanno performando meglio rispetto all’Italia, la nostra cucina è sempre più apprezzata primo perché i nostri prodotti sono buonissimi, secondo perché tendenzialmente sono facili da replicare in casa, almeno nelle loro basi (intendo dire che un piatto di pasta o un’insalata non sono piatti complicati però rispetto ad altre cucine è più facile da replicare e poi è molto sana)

In termini finanziari, invece, come è andato per voi il 2012?
Nel 2012 siamo cresciuti leggermente a livello di fatturato, mantenendo più o meno inalterati i volumi.

Per quanto riguarda la strategia a scaffale su che cosa puntate, non so, magari sul prezzo, sul pack, piuttosto che sulle novità di prodotto?
In primis abbiamo una grande funzione sul mercato, che è quella di avere una grande leadership consolidata e forte, quindi da mantenere e questo è l’obiettivo primario, A livello di innovazione di prodotto, abbiamo lanciato un aceto di vino nella bottiglia da litro, in un nuovo packaging, che è appunto la bottiglia in pet e sta rispondendo comunque molto bene, perché è più leggera, infrangibile, più comoda e quindi dà dei contenuti di servizio importanti al nostro cliente finale e credo anche alla distribuzione. Oltre a questo grande attenzione anche per le promozioni per mantenere i volumi e innovazione attraverso il lancio di nuove linee, ovvero l’olio, la glassa, l’aceto di vino in pet e poi spero di avere ancora qualche novità in corso per il 2013.

Soffermiamoci su Zero olio Ponti, ci racconta che cos’è?
E’ stata una piacevole scoperta del nostro laboratorio di ricerca, proprio perché appunto memore dello spirito di innovazione che ci contraddistingue, il nostro ufficio ha studiato questo nuovo liquido di governo, che non è più un liquido di governo tradizionale, a base aceto o olio, ma è un liquido addensato che dà alle verdure conservate in esso, delle caratteristiche molto interessanti che mantengono il gusto e l’aromatizzazione del sott’olio ma senza avere il “peso” punitivo dei prodotti, che tra l’altro facciamo anche noi, con la cosiddetta classificazione al naturale. Questo permette al consumatore più attento un prodotto che ha tutto il gusto del sott’olio ma senza un grasso aggiunto, quindi con un apporto calorico ridotto.

Ma avete fatto degli studi, avete interpellato un panel di consumatori per sapere se un prodotto del genere avrebbe avuto riscontro?

Una volta che abbiamo fatto tutti i nostri test industriali e interni, i nostri panel interni, abbiamo fatto dei focus group da cui è emerso, in effetti, che il prodotto era particolarmente apprezzato; addirittura, se uno fa un test alla cieca ha difficoltà a riconoscere, come dire, la differenza tra un sott’olio ricettato e un prodotto Ponti Zero Olio. Poi in realtà il consumatore se ne accorge perché il gusto, il sapore, come dire, a livello palatale, di palato non è untuoso e quindi si capisce che c’è qualcosa di diverso.

Sul fronte comunicazione?
In realtà noi abbiamo 2 canali grandi di comunicazione: innanzitutto la televisione con degli spot, quindi abbiamo dei fly programmati, il budget per la comunicazione è stato confermato anche quest’anno, i 2 prodotti che beneficeranno e a cascata chiaramente tutto il trend, saranno glassa e aceto balsamico di Modena ma in più, da maggio dell’anno scorso, lavoriamo molto anche sul canale social media, abbiamo una pagina Facebook o fan page sponsorizzata da Ponti, che si chiama Cuoco di fulmine e basta ciccare mi piace e si diventa, come dire, parte di questa piccola comunità, adesso siamo, credo 26.000 iscritti, in crescita ed è una pagina molto interessante. Quest’anno ci saranno delle iniziative per coinvolgere tutti gli utenti ed è una pagina che ha come sottotitolo “tutto il bello della cucina, pronti e via”; che cosa vuol dire? Che è una pagina che da’ suggerimenti per aiutare gli iscritti a preparare un pranzo o una cena in maniera semplice, ma in maniera carina, in maniera leggermente diversa dal solito con ricette, in cui chiaramente si prevede l’uso dei nostri prodotti ma anche suggerendo tutto quello che può impreziosire o rendere più gradevole un momento anche di autogratificazione, che è il momento del pranzo o della cena, anche mettendo, non so, dando un suggerimento per fare un centrotavola, piuttosto che apparecchiare in maniera diversa dal solito, portando delle ricette, suggerendo quello che si può fare per il brunch e spiegando cos’è il brunch della domenica, qual è la tradizione dei paesi anglofoni ecc ecc. Quindi è una pagina piuttosto dinamica, attiva e sta dando i suoi frutti, quindi comunicheremo, fondamentalmente, in questi due ambiti.

Cosa è previsto per il 2013, non so, avete in mente magari di lanciare nuovi prodotti o magari concentrarvi proprio a pubblicizzare  quelli che avete lanciato adesso?
No,  il grande focus del 2013 per l’Italia, saranno l’aceto di vino in pet che deve terminare la propria distribuzione, sarà sicuramente il mondo glassa e poi Zero Olio, questi sono i tre cardini della nostra azienda commerciale.