In Italia l’impegno verso l’ambiente sta diventando sempre più concreto e un numero sempre maggiore di aziende, governi e amministrazioni locali, sta rispondendo alle sfide che coinvolgono il clima, le risorse idriche e la deforestazione. È quanto emerge da un rapporto di Cassa depositi e prestiti (Cdp), presentato a La Spezia durante l’evento ‘Achieving the goals of the Paris Agreement’.

La ricerca prende in esame i dati di 48 delle più grandi imprese nazionali a forte impatto, oltre ai dati relativi a 25 città e regioni, che rappresentano insieme 40 milioni di abitanti. Le cifre dimostrano che 9 organizzazioni su 10 hanno fissato obiettivi precisi e concreti per ridurre le proprie emissioni e il 96% di queste sta dimostrando un atteggiamento di crescente responsabilità, portando gli argomenti di sensibilizzazione sul clima fino ai tavoli di discussione dei propri Cda.

A oggi 8 major italiane si sono già impegnate formalmente con l’obiettivo di ridurre le proprie emissioni future, aderendo al Science Based Targets initiative - l’accordo internazionale patrocinato da Cdp, Nazioni Unite, World resources institute e WWF - che segue l’obiettivo centrale dell’Accordo di Parigi: ridurre le emissioni fino al livello necessario a mantenere l’innalzamento globale della temperatura inferiore ai 2 gradi centigradi.

Emergono alcune contraddizioni. Per esempio i soggetti economici talora non riescono a interpretare i costi legati alla svolta green come vantaggi, anche economici, a medio termine. Altra distorsione si osserva in fatto di risorse idriche. Il 50% delle nostre regioni segnala gravi rischi per le acque e il 50% delle aziende stesse è fortemente coinvolto. Però solo il 40% delle imprese accetta di divulgare i propri dati di analisi idrica e il 56% non vuole dare informazioni e risposte sul cambiamento climatico.

Tornando agli elementi positivi si scopre che i nostri operatori economici vogliono effettivamente prendere parte al cambiamento e che l’86% ha fissato obiettivi concreti per ridurre le emissioni. Nel 74% dei casi questi target sono ‘assoluti’, nel 60% ‘intensivi’, mentre un 40% ha intrapreso per lo meno una valutazione del rischio idrologico, valutazione che copre sia le operazioni dirette, sia la filiera.

Le azioni per il cambiamento climatico sono guidate dal consiglio di amministrazione: il 98% dei partecipanti al rapporto Cdp ha i propri top manager impegnati sui temi della svolta ecologica e l’86% utilizza incentivi per la gestione dei problemi ambientali.

Cosa ne pensano gli italiani? Alla domanda risponde il Salone della Csr e dell’innovazione sociale, organizzato il 2 e 3 ottobre presso l’Università Bocconi di Milano, attraverso i dati di una ricerca svolta in esclusiva da Ipsos.

Il 72% si interessa alla sostenibilità, un numero in netta crescita rispetto al passato. Il 20% è composto da veri e propri sostenitori, persone che credono nella sostenibilità e nei suoi valori e agiscono di conseguenza. Un altro 50% è formato da cittadini aperti, mediamente informati e attitudinalmente predisposti ad attivare comportamenti sostenibili. C'è poi un 13% di scettici, discretamente preparato, ma con scarsa sensibilità ecologica.

L’analisi rivela anche che l’85% degli italiani considera i prodotti sostenibili più innovativi e qualitativamente superiori e il 77% basa le proprie scelte di acquisto proprio sulla qualità, che significa origine delle materie prime, sostenibilità del packaging, attenzione alla filiera e alla produzione.

Il desiderio di ‘consumare bene’ è associato a una crescente attenzione verso le caratteristiche degli alimenti e rappresenta il driver più forte e duraturo nelle scelte dei prodotti eco, per i quali le persone sono, almeno in teoria, disposte a spendere anche il 10% in più.

La riflessione e le azioni per il bene futuro del pianeta naturalmente non possono concludersi qui e proseguono martedì 9 ottobre, a Milano, presso Fondazione Filarete, con l’ottava edizione di Green Retail Forum & Expo, come continuerrano dal 6 al 9 novembre a Rimini Fiera con Ecomondo 2018.

Green Retail Forum - mostra convegno promossa da Planet Life Foundation, in partnership con il nostro giornale, Altavia, Gs1 Italy e Kiki Lab - porta la riflessione su come il mondo del largo consumo sta evolvendo verso la sostenibilità, un obiettivo non più rimandabile. Non siamo poi così distanti dal 2030, traguardo degli obiettivi dell’agenda Onu - a partire da quello della riduzione delle emissioni in atmosfera e di mitigazione degli effetti del cambiamento climatico - e pochissimo tempo ci rimane all’orizzonte intermedio del 2020, che cadrà a metà della legislatura in corso.

Anche DM, in questi anni ha fatto la propria parte e non ha mai cessato di trattare questo tema, un tema tanto grande da portarci a dare vita, fra le altre cose, a una nuova testata, per la quale è stato scelto il nome, secondo noi emblematico, di Green Retail.


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