La sentenza ha infatti stabilito che Parmesan non è un termine generico ma rappresenta un’evocazione della denominazione Parmigiano-Reggiano. Il suo uso quindi non è valido per formaggi non conformi al disciplinare e costituisce una violazione alla Dop italiana.
“Una sentenza che finalmente sgombra definitivamente il campo dalle ambiguità dietro le quali si sono nascosti contraffattori - ha commentato Giuseppe Alai, presidente del Consorzio del Parmigiano-Reggiano - che hanno procurato danni economici e d’immagine a un prodotto cui si lega l’attività di 20mila operatori e che, all’origine, vale oltre 800 milioni di euro e circa 1.500 al consumo”.
Un risultato importante che, come ha sottolineato il ministro De Castro, potrà rafforzare l’azione di tutela di tutti i prodotti tipici italiani, spesso oggetto di imitazione da parte di altri paesi che ne sfruttano la notorietà. L’auspicio è che questa sentenza costituisca l’occasione per migliorare la normativa comunitaria e affermare un meccanismo di reciprocità nella tutela dei prodotti da parte dei paesi membri.