Chiude con un utile netto aggregato di 10,2 milioni, in crescita del 71% sul 2018, il bilancio preconsuntivo 2019 di Newlat, approvato dal Cda il 19 febbraio.

Il gruppo, quotato da ottobre alla Borsa di Milano e forte di 11 stabilimenti, conta oggi una ventina di marchi (Giglio, Polenghi, Buitoni, Delverde e molti altri) con una presenza nel lattiero-caseario, nella pasta, nel senza glutine, nelle fette biscottate, nei sostitutivi del pane, nei prodotti per l'infanzia… Una potenza di fuoco che ha generato, nel 2019, ricavi consolidati di 320,9 milioni, in aumento del 4,9% sul 2018.

L’Ebitda aggregato è pari a 28,3 milioni (+17%) e l’Ebitda margin tocca l’8,8% rispetto all’8,3% nel 2018. La posizione finanziaria netta proforma è positiva per 48,6 milioni, contro i meno 39,2 del 2018.

Ha commentato il presidente, Angelo Mastrolia: “Nonostante un rallentamento della produzione industriale in Italia e Germania, mercati per noi di riferimento, siamo riusciti a consolidare le nostre posizioni e a conseguire performance migliori delle medie di mercato, superando le previsioni di chiusura per l’esercizio 2019. Le crescite dell’utile e dell’Ebitda sono dovute, in particolare, all’incremento delle vendite nei segmenti ad alto valore aggiunto e a un’attenta politica di ottimizzazione della struttura dei costi”.

La società ha iniziato a implementare il piano industriale 2020-2022. In particolare, a seguito della fusione di Centrale del Latte di Salerno e di Delverde Industrie Alimentari in Newlat Food, già nel mese di gennaio “si sono registrate notevoli sinergie commerciali, industriali e finanziarie, che hanno incrementato la marginalità”.

La società, oltre a migliorare le condizioni di acquisto sulle materie prime e sussidiarie, ha ottenuto notevoli riduzioni di costi fissi. Inoltre, come programmato, il management ha rielaborato le strategie di marketing, concentrandosi sul riposizionamento di Delverde, rielaborandone l’immagine grafica e ridefinendone i piani di comunicazione.

Il marchio sarà sempre più green ed eco attento e valorizzerà i luoghi di produzione della propria gamma, come il Parco Nazionale della Majella (Fara San Martino, Abruzzo) e la Val Tiberina (Sansepolcro, Toscana), che garantiscono purezza e qualità dell’aria, dell’acqua e del sottosuolo, utilizzando materia prima rigorosamente italiana.

Newlat conferma anche la sua strategia di crescita per acquisizioni e sta concentrando le proprie energie nello sviluppare un dialogo con le controparti, così da raggiungere l’obiettivo nell’arco dei prossimi mesi. Le aree di riferimento, per eventuali acquisti, sono Germania, Italia e Regno Unito, ma anche Paesi terzi.

Il 9 marzo il gruppo ha, fra l’altro precisato, quanto segue: “In considerazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, che ha esteso la zona rossa all’intera regione Lombardia e ad altre 14 province, Newlat Food rende noto che i propri stabilimenti, situati in tali zone, continuano, nel rispetto delle norme, la propria attività. Si precisa inoltre che la società sviluppa circa il 75% del proprio fatturato in stabilimenti non situati nelle aree di riferimento, di cui circa il 30% in Germania.

“Nei primi due mesi dell’anno, generalmente caratterizzati da un minore contributo al fatturato annuale complessivo, Newlat Food ha realizzato, alla data del 29 febbraio 2020, una progressione organica del 2% in Italia e del 3% in Germania. Nella prima settimana di marzo tutte le divisioni produttive hanno registrato un incremento medio del giro d’affari complessivo del 32% rispetto allo stesso periodo del 2019”.