di Emanuele Scarci

A ottobre lo scivolone dei prezzi dell’energia trascina al ribasso l’inflazione generale che, secondo le stime preliminari di Istat, si assesta all’1,8% su base annua, dal +5,3% di settembre. Mentre l’aumento dei prezzi nel carrello della spesa rimane ostinatamente elevata, al +6,3%, sebbene in calo rispetto all’8,1% di settembre.

Secondo l’Istituto di statistica, il repentino calo di tensione dei prezzi si deve prevalentemente “all’effetto statistico derivante dal confronto con ottobre 2022, quando si registrarono forti aumenti dei prezzi del comparto. Un contributo al ridimensionamento dell’inflazione si deve inoltre alla dinamica dei prezzi dei beni alimentari, il cui tasso tendenziale scende al +6,5%”. Per il resto, ha inciso anche un'economia ferma: il Pil del terzo trimestre del nostro Paese ha segnato crescita zero.

Nell'Eurozona, a ottobre l’inflazione annua nei 20 Paesi è scesa al 2,9%, rispetto al 4,3% di settembre e al 5,2% di agosto. In dettaglio, le stime per la Germania sono al +3% (4,3% settembre) e per la Francia al 4,5% (5,7%). In Spagna invece l’inflazione è risalita dal 3,3% a 3,5%.

Tensioni internazionali

Secondo il direttore dell'ufficio studi di Confcommercio, Mariano Bella, "il rientro dell’inflazione in Italia e in Europa procede in modo ordinato e relativamente rapido, creando le premesse per un prolungamento della fase di stabilizzazione dei tassi di policy sui livelli attuali. Lo scenario favorevole è tuttavia messo in discussione dalle tensioni geopolitiche le quali, per adesso, hanno creato pericolose tensioni sui prezzi benchmark del gas senza coinvolgere le quotazioni del petrolio greggio. Ma non si può escludere un peggioramento delle condizioni dei prezzi delle materie prime energetiche in caso di prolungamento ed estensione dei conflitti in corso".

Per Carlo Alberto Buttarelli, presidente di Federdistribuzione, commenta: “Alla conferma del rallentamento della crescita dei prezzi si continua a contrapporre una situazione di debolezza dei consumi. Le aziende della distribuzione moderna hanno aderito unanimemente all’iniziativa ‘Trimestre anti-inflazione’, dimostrando ancora una volta l’attenzione e l’impegno nei confronti delle famiglie. È ancora prematuro valutare l’effetto complessivo del trimestre, ma le iniziative messe in campo dalle imprese distributive stanno incontrando una risposta positiva da parte degli italiani, che confermano la forte attenzione alla ricerca di soluzioni che coniughino qualità e convenienza. Questi segnali rafforzano la convinzione che occorra lavorare per una riduzione strutturale dei prezzi al consumo, un obiettivo che passa necessariamente dall’intervento di riduzione dei prezzi di listino dei beni di largo consumo da parte dell’industria”.