di Emanuele Scarci

Barilla promossa all’esame di sostenibilità. Rispetto al 2010, calano del 32% le emissioni di gas a effetto serra e del 24% i consumi idrici per tonnellata prodotto finito. Nel 2022 la multinazionale emiliana ha realizzato ricavi per 4,66 miliardi di euro (+18%), un Margine operativo lordo di 488 milioni (-8%) e un utile netto di 231 milioni (-15%); per il prossimo quinquennio programmati 1 miliardo di investimenti per l’innovazione dei prodotti e l’aumento della capacità produttiva.

Il Rapporto di sostenibilità 2022 riporta che le materie prime agricole (grano duro, grano tenero, segale, pomodoro, basilico, cacao e olii vegetali) acquistate responsabilmente sono il 67%. Oltre 9mila le aziende coinvolte in progetti di agricoltura sostenibile vincolate ai 4 disciplinari per la coltivazione sostenibile di grano duro, grano tenero e basilico.

Packaging sostenibile

Continua anche l’impegno di Barilla per rendere il packaging meno impattante per l’ambiente: in Italia e nel mondo il 100% delle confezioni di pasta, sughi, pesti, pani, biscotti e merende del gruppo Barilla è scelto per il riciclo e carta e cartone arrivano da foreste gestite in modo responsabile.

Pani, biscotti, merendine del brand Mulino Bianco vengono realizzati solo da energia proveniente da fonti rinnovabili. E impianti di trigenerazione nei pastifici permettono l’autoproduzione di energia elettrica, termica e frigorifera.

L’anno scorso Barilla ha lanciato 40 nuovi prodotti senza zuccheri aggiunti, ricchi di fibra, integrali, con legumi o frutta secca o monoporzionati. Ed è di poche settimane fa il lancio in Italia del nuovo Pesto Barilla “Basilico e Limone”, dal vasetto 100% riciclabile con basilico da agricoltura sostenibile, Parmigiano Reggiano e limone.

Piccoli passi

“Questo report racconta di noi, dei nostri prodotti, delle nostre persone e del nostro modo di fare impresa – osserva il ceo Gianluca Di Tondo, che dallo scorso aprile ha sostituito Claudio Colzani -. Se vogliamo dare un futuro al nostro pianeta e a tutti noi dobbiamo fare la nostra parte. La nostra azienda ha intrapreso questa strada tanti anni fa, per piccoli passi che però nel tempo ci hanno aiutato a ottenere grandi risultati”.

Sul fronte gestionale, Di Tondo rimarca che sull’erosione dei margini di Barilla nel 2022 (l’incidenza del Mol sul fatturato è calato dal 13% al 10%) ha influito l’aumento dei prezzi dell’energia, delle materie prime e della logistica. L’azienda dichiara di aver recuperato l’inflazione con un aumento graduale dei prezzi di vendita peraltro imposto dalla distribuzione moderna.

Tuttavia anche nel 2023 la redditività di Barilla è destinata a indebolirsi ulteriormente. Gli amministratori dichiarano che per l’esercizio in corso "si prevede una crescita del fatturato con un’erosione dei margini". La conferma che con questa situazione di mercato soffrono sia l'industria che i retailer.

Barilla produce pasta, sughi e pesti con i brand Voiello, Catelli, Misko, Filiz, Yemina, Vesta e Tolerant e prodotti da forno con Mulino Bianco, Pan di Stelle, Pavesi e Wasa. Il gruppo controlla 29 stabilimenti (15 in Italia e 14 all’estero) in 9 paesi ed esporta in 100 mercati. L’anno scorso, Barilla ha investito 230 milioni (il 4,9% del fatturato) in innovazione di prodotto, miglioramento dell’efficienza e aumento della capacità produttiva. E il miliardo stanziato per il quinquennio ribadisce la continuità della strategia.