di Emanuele Scarci

“Ci sono 400 fornitori che hanno chiesto nuovi aumenti di listino. Sono convinto che alla base ci siano esigenze reali, ma il problema è il ‘quando’ e il ‘quanto’ degli aumenti perché questi si sommerebbero al +15% dell’anno in corso”: così l’amministratore delegato di Conad Francesco Pugliese, in occasione della tradizionale conferenza stampa di dicembre sul preconsuntivo dell’anno. Il top manager non poteva esimersi dal ritornare sul dramma degli aumenti di prezzo dei beni di consumo che hanno rilanciato il braccio di ferro industria-retail.
Tuttavia Pugliese - meno determinato del solito, forse per il ruolo istituzionale acquisito (è diventato vicepresidente di Confcommercio) - non ha voluto indicare quali siano le filiere in pressing per i ritocchi di listino. Poi, a proposito del rifiuto opposto alla moratoria sui prezzi da parte del presidente di Centromarca Giuseppe Mutti, ha aggiunto: “Giustifico gli aumenti della Mutti perché il pomodoro si è raccolto in estate, quando il prezzo dell’energia e del vetro erano al top. Ma non tutte le filiere si trovano in quella condizione”.

Subito dopo Pugliese è passato alla proposta: “E’ importante che ci si accordi, lungo tutte le filiere, per una proroga dei contratti in corso, mantenendone le condizioni, per i primi tre mesi del 2023. In questo periodo avremo modo, tutti insieme, di analizzare l’evoluzione dei costi, energia in primis, e delle disponibilità di materie prime. Ad aprile ci rivedremo, avendo sotto gli occhi una situazione, mi auguro, più leggibile e stabile. Già oggi si vedono segnali che rendono non adeguatamente motivati ulteriori aumenti di listino per alcune categorie di prodotti: non dobbiamo correre il rischio di una frenata dei consumi ad inizio anno”.
Sapremo a breve giro se e come l'industria intende rispondere all'invito della moratoria dei prezzi del leader di mercato e se la risposta sarà il "niet" (rifiuto categorico) dato a Marco Pedroni, presidente di Adm.
A margine del meeting, il dg Francesco Avanzini ha indicato nell’8% medio (rispetto a un anno chiuso al +15%) l’inflazione al consumo che si produrrebbe con le richieste presentate dalle 400 aziende fornitrici. Inoltre ha aggiunto: “E’ inaccettabile che ci siano imprese ad alto contenuto di marketing e scarsamente energivore che chiedano aumenti nella stessa misura delle filiere più esposte”.

Crescita a parità

Il preconsuntivo 2022 conferma la leadership di Conad nella grande distribuzione: il fatturato complessivo è di 18,45 miliardi di euro, in crescita dell’8,5% sul 2021.
L’insegna ha consolidato la quota di mercato oltre il 15%, con un miglioramento delle vendite, a parità di rete, del +4,4%.
In questo scenario, hanno giocato un ruolo fondamentale lo sviluppo dei concept - come parafarmacia, ottico, petstore e carburanti - con un +8,6%, il proseguimento della crescita delle grandi superfici Spazio Conad (+4,7%) e il ritorno in positivo dei canali di prossimità (+5,5%), dopo la flessione del 2021.
Nell’ambito dei concept store (parafarmacie, negozi di ottica, distributori di carburanti e pet store), quest’anno si è registrato un incremento di 38 punti vendita. Nel complesso, la rete attuale di Conad conta 3.928 punti vendita.

Super marchio proprio

“I consumi sono in forte rallentamento - ha detto Avanzini, a margine della conferenza -. In passato, nella prima decade di dicembre le vendite natalizie erano molto avanti. Oggi invece sono salite di tono solo da un paio di giorni ed è comprensibile se si pensa che, per esempio, i prodotti da ricorrenza viaggiano con un’inflazione del 30%. Prezzi in tensione perché i prodotti sono stati realizzati sul finire dell'estate, quando energia e materie prime erano al top”.
Nel complesso dell’anno, Avanzini si è dichiarato soddisfatto della crescita di Conad: "Questo è stato possibile grazie al piano di investimenti triennale per il rinnovamento della rete di vendita e con lo sviluppo dell’insegna verso la digitalizzazione - grazie al debutto dell’e-commerce Hey Conad e i servizi aggiuntivi che orbitano attorno alla semplice spesa online -, oltre alla crescita e ampliamento della nostra offerta Mdd”.

Avanzini ha ribadito la forza della scuderia: "Quest'anno il 50% della crescita generale della Mdd in Italia è stata realizzata dal marchio Conad". Secondo dati aziendali, la Mdd Conad ha conquistato il 32,4% di quota sul totale del largo consumo confezionato a livello Italia (canale super) con un fatturato di 5,4 miliardi, in crescita del 12,6% a valore. Secondo la catena della Margherita, si tratta di un risultato raggiunto grazie alle linee strategiche di sviluppo dei prodotti a marchio Conad: convenienza data da un rapporto tra qualità e prezzo che non teme confronti sul mercato, attenzione alla salute e al benessere del cliente.

Avanti con gli investimenti

E per il futuro? Sia pure in un contesto difficile, Conad ha confermato il piano di investimenti del triennio 2022-2024 di 2,08 miliardi di euro, di cui 701 milioni verranno utilizzati nel 2023, secondo i quattro pilastri strategici dell’insegna: canalizzazione, digitalizzazione, focus su prodotti a marchio Conad e sostenibilità.
Il direttore finanziario Matteo Capelli ha specificato che "questi investimenti non comprendono eventuali operazione straordinarie, cioè acquisizioni e nuovi pdv. In generale, poche catene commerciali hanno investito risorse di queste dimensioni. Noi ce lo possiamo permettere perché in questi anni abbiamo accumulato un patrimonio netto aggregato di 3,2 miliardi".

Infine, nel 2022 Conad si è confermata leader nel Centro sud, ma rimane un follower nell'area 1 e 2 Nielsen nonostante il balzo in avanti realizzato, soprattutto, con lo shopping di Auchan. Nell'area 1 è settima con il 6,8% di quota e nella 2 è terza con il 13,8%. Quale la road map per il 2023, lo shopping continua? "Stiamo guardando delle cose - ha risposto Pugliese - e le aree 1 e 2 sono da tempo aree di sviluppo".