di Emanuele Scarci

Boccata d’ossigeno per Eataly. Dopo l’apnea del 2020 e la ripresina dell’anno successivo, nel 2022 i risultati preliminari indicano ricavi per circa 605 milioni (+30,2% rispetto al 2021) e un Ebitda vicino a 25 milioni, quasi il doppio rispetto ai 14 milioni del 2021, ma probabilmente insufficiente a garantire un utile d’esercizio. La posizione finanziaria netta è negativa per 117,9 milioni.

I risultati 2022 sono legati in misura minima all’arrivo del nuovo azionista di controllo. Investindustrial di Carlo Bonomi ha infatti sostituito sulla tolda di comando la famiglia Farinetti solo lo scorso settembre. E il nuovo amministratore delegato, Andrea Cipolloni si è insediato il dicembre successivo. Non è noto il nuovo piano strategico di Eataly, si capisce solo che l’agenda delle nuove aperture nel mondo procede a vele spiegate e che l'orizzonte d'investimento di un fondo di private equity è di 3-5 anni. Cipolloni gestisce un format innovativo ma che non riesce a camminare sulle sue gambe. Dovrà alleggerire un modello di business costoso, razionalizzare la rete commerciale e ridefinire gli obiettivi. Nella gestione di Oscar Farinetti, il modello di business funzionava bene soprattutto negli Stati Uniti. Mentre stentava in Italia.

L'agenda
La prima scadenza urgente in agenda è quella finanziaria: lo scorso dicembre, Eataly ha emesso un prestito obbligazionario, la cui prima emissione è stata di 20 milioni, con facoltà di emettere non più di due tranche fino a un massimo di 15 milioni. Il prestito, con durata al 31 dicembre 2028, ha un tasso d’interesse annuale salato: l’8% pagato per cassa alla fine di ogni anno.

Sul fronte strettamente operativo, Eataly ha raggiunto con i sindacati un’intesa in base alla quale erogherà al personale un premio legato all’incremento del fatturato transato su loyalty. Il premio verrà erogato entro il mese di giugno 2023, con la possibilità volontaria di convertirlo in welfare.

Gli azionisti
Eataly è una catena del food e della ristorazione italiana di qualità oltre che il primo retailer tricolore a livello internazionale. E’ presente in 15 Paesi con 42 negozi, sia con punti vendita diretti che in franchising. L’ultimo pdv è stato aperto a Verona mentre sono stati raggiunti accordi con McArthurGlen per un’apertura a Serravalle Scrivia e, con Autogrill, a Roma Fiumicino.
In agenda la crescita della rete in Nordamerica, con inaugurazioni anche a New York (il terzo negozio) e a Toronto (il secondo).
Eataly è controllata da Investindustrial con una quota del 52%. I soci storici - Eatinvest (famiglia Farinetti), la famiglia Baffigo-Miroglio e Clubitaly - hanno in portafoglio il restante 48%. In particolare, Clubitaly detiene il 19,8%.