di Emanuele Scarci

Più poteri a Villa e a Moncada. Qualche settimana fa, il consiglio di amministrazione di Esselunga ha ampliato le deleghe a 2 dei 9 amministratori. Il consigliere delegato Gabriele Villa è il rappresentante legale dell’azienda insieme al presidente Marina Caprotti e al vice presidente, l’avvocato Vincenzo Mariconda.
A Villa, 62 anni, sono stati conferiti i poteri di rappresentare la società in giudizio, presso la pubblica amministrazione, sottoscrivere atti, addivenire a transazioni e promuovere anche procedimenti esecutivi, cautelari e conservativi nell'interesse della società, negoziare, stipulare, modificare e risolvere contratti di acquisto di materiali di consumo o destinati alla vendita. Queste deleghe si aggiungono a quelle conferite dal Cda di Esselunga lo scorso aprile che comprendono la gestione degli acquisti e della produzione del retailer lombardo nonché lo sviluppo della rete commerciale.

A Francesco Moncada, 55 anni, consorte della proprietaria Marina Caprotti, sono state rafforzate le deleghe relative alla direzione tecnica (impianti e costruzioni) e tutti i poteri di coordinamento e supervisione delle stesse. Nonchè di rappresentare l’azienda in giudizio, di fronte alla pubblica amministrazione e alle autorità.

I membri del Cda di Esselunga sono 9: Caprotti, Villa, Mariconda, Moncada, Carlo Salza, Piaget Oliviero, Francesco Tronca, Stefano Tronconi, Alessandra Cozzani (ex direttore finanziario di Prada). Il Cda scadrà con l’approvazione del bilancio 2022, presumibilmente il prossimo mese di aprile.

Più fiducia

Come interpretare l’ampliamento delle deleghe e Villa? Probabilmente è aumentata la fiducia della proprietà verso il top manager che peraltro ha trascorso 39 anni della sua vita professionale in azienda. Ed è stato designato dopo l’uscita di scena prematura, nel giugno del 2021, del ceo “esterno” Sami Khale.

Villa è uno dei pochi superstiti dei Caprotti boys dopo il giro di poltrone deciso lo scorso autunno dalla presidente: via il direttore delle risorse umane Luca Lattuada (dopo circa 22 anni), sostituito dal quarantenne Davide Sanzi. Fuori anche il direttore finanziario Stefano Ciolli, rimpiazzato da Albino Rocca.

Insomma, a parte il ricambio di alcune posizioni apicali, non sembra aver lasciato il segno la pessima semestrale 2022 con un utile quasi azzerato e vendite in contrazione dello 0,2%. La conseguenza della strategia tagliaprezzi dal claim “Il carovita sale, noi abbassiamo i prezzi”, avviata l’11 novembre 2021 e conclusa il 30 aprile 2022. La campagna è servita ad Esselunga a contenere il calo del fatturato, ma ha eroso, in profondità, i margini.

In dettaglio, nel primo semestre 2022 il gruppo Esselunga ha realizzato vendite per 4,322 miliardi, -0,2% rispetto all’analogo semestre 2021 che segnò +6,7% (con 6 nuovi pdv). L’Ebitda si è dimezzato a 214,6 milioni (contro 427,1 milioni), l’utile operativo è sceso a 30,7 milioni (da 241,8 milioni) e l’utile netto a 2,7 milioni (da 221,1 milioni).
Nella seconda parte dell’anno c’è stato, quasi sicuramente, un recupero di redditività, ma restano da capire l’entità e gli effetti dell’inflazione sulle vendite.