di Emanuele Scarci

Agroalimentare e vino italiano Dop oltre la soglia psicologica dei 20 miliardi di euro. Nel 2022, secondo il Rapporto Ismea-Qualivita presentato questa mattina, il valore alla produzione di 326 prodotti agroalimentari e vini Dop e Igp è stato di 20,2 miliardi di euro, con una crescita media del 6,4%, per lo più derivante dall’aumento dei prezzi. Infatti il biennio di inflazione a due cifre ha prodotto, al di là della retorica, danni rilevanti alle nostre Dop agroalimentari.

Dei 20,2 miliardi di fatturato, 8,85 miliardi arrivano dal food e 11,3 miliardi dal vitivinicolo. Sul fronte dell’export, il valore è di 11,6 miliardi: di cui il cibo 4,65 miliardi e un +5,8% su base annua e il vino 6,97 miliardi di euro con un +10%.
La Dop economy oggi rappresenta 195 mila imprese e 296 consorzi di tutela, dà lavoro a 580mila persone e assicura un contributo del 20% al fatturato di tutto il settore agroalimentare nazionale.

Il medagliere

Le tre stelle del food si confermano Grana padano (1,73 miliardi di fatturato, +18,8%), Parmigiano Reggiano (1,72 miliardi, +7%) e Prosciutto di Parma (932 milioni di euro +11,2%). Tuttavia nel 2022 il Grana padano ha registrato un calo produttivo dello 0,4% e un aumento dei prezzi medi di circa il 20%; il Parmigiano reggiano, rispettivamente, -2,2% e +3%; il Prosciutto di Parma ha subìto un calo della produzione del 2% nel 2022 e quest’anno si avvia a replicare la perdita. Mentre i prezzi medi all’ingrosso solo balzati di oltre il 30% e quest’anno superano il +6%.
Nel vino ha confermato la leadership assoluta il Prosecco Doc, con un valore alla produzione di 1,14 miliardi e un balzo del 29%. L'aumento dei prezzi è probabilmente il fattore alla base dello scivolamento delle vendite nel 2023.

Food e vino

L’anno scorso le vendite dei principali prodotti a indicazione geografica nella Gdo hanno superato i 5,4 miliardi, in crescita del 5,4% per il food ma in calo del 2,5% per il vino.
Anche nei primi 9 mesi del 2023 le vendite di prodotti Dop nella Gdo sono risultate in crescita dell’8,2% a valore: quelle della spesa agroalimentare in generale sono salite del 10,4%. Infine, per una fetta significativa di prodotti Dop cresce la presenza nel canale discount, così come resta forte, per quanto in calo, l’incidenza delle vendite promozionali.

Margini di crescita

A margine della presentazione di questa mattina, il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida ha detto che "investire sulla qualità è l'obiettivo del nostro governo e di tanti imprenditori italiani che capiscono il valore aggiunto: in termini di qualità non ci batte nessuno. I prodotti Dop devono essere raccontati nelle loro specificità territoriali perché questo attrae turismo e crea un'economia diffusa. E ci sono filiere legate a territori che possono crescere ancora”.

Poi Lollobrigida ha aggiunto: "Il vino può crescere ancora molto in termini orizzontali, nel senso che abbiamo verticalità date da tre regioni in particolare che in assoluto hanno il maggior mercato: Veneto, Toscana e Piemonte. Quello che si può fare è mettere in condizione le altre regioni di seguire questo esempio, nel settore del vino ma anche dell'olio e dei formaggi. I dati sull'export ci dicono che il formaggio cresce dell'11% in Francia. Un territorio non facile da conquistare per un prodotto sul quale i francesi sono molto competitivi".