di Emanuele Scarci

Carrello della spesa intoccabile. Secondo i dati dell’Istituto di statistica, a ottobre l’aumento dei prezzi del cosiddetto “carrello della spesa” (comprende i beni alimentari e quelli per la cura della casa e della persona) è balzato del 12,7% rispetto a un anno fa.
A settembre il dato tendenziale si era fermato al 10,9%. È necessario risalire a giugno 1983 per trovare un dato maggiore.
La tensione nel carrello della spesa si conferma superiore al dato dell’inflazione generale che è dell’11,9%, sempre su base annua.
La forte accelerazione dell’inflazione su base tendenziale è stata prodotta soprattutto dai prezzi dell’energia (+73,2% in un anno) e dagli alimentari (+13,1%).

L'inflazione in Eurolandia è del 10,7%, rispetto al 9,9% di settembre. In Germania è segnalata all'11,6%, in Francia al 7,1% e in Spagna al 7,3%.

Sos al Governo
Per molti mesi le aziende della distribuzione moderna hanno frenato i rincari con uno sforzo economico importante a tutela del potere d’acquisto delle famiglie - commenta Carlo Alberto Buttarelli, direttore ufficio studi di Federdistribuzione -. Oggi la situazione, a causa del caro-bollette, è diventata insostenibile per i bilanci delle nostre imprese, che stanno operando spesso con margini nulli o negativi. Occorre sostenere i consumi, che, con l’avvicinarsi delle festività, rappresenta un momento importante per i risultati economici delle imprese. È fondamentale che il nuovo Governo scongiuri la frenata della domanda interna, intervenendo subito in modo pragmatico ed efficace a sostegno di imprese e famiglie, soprattutto quelle più in difficoltà e con figli, mettendo come priorità della nuova agenda politica il tema dei consumi e dei costi dell’energia”.

Per Assoutenti, Il dato peggiore è quello degli alimentari, i cui prezzi ad ottobre aumentano del 13,5%. Questo significa che una famiglia con due figli solo per mangiare si ritrova a spendere 1.011 euro in più su base annua a causa dei rincari registrati nel comparto. Per tale motivo rivolgiamo un appello al premier Meloni, affinché intervenga tagliando l’Iva sui generi alimentari, almeno fino al termine dell’emergenza.