di Emanuele Scarci

La marca del distributore vola sulle ali dell’inflazione. Nel 2023 il giro d’affari della distribuzione moderna classica (iper+super+libero servizio) ha raggiunto i 13,7 miliardi di euro (+4,6% con una quota del 21,9%), ma di questi oltre 11 miliardi sono di pertinenza dei Big 3: Conad, Coop e Selex. Per le altre centrali e insegne resterebbero le “briciole”, meno di 3 miliardi. Per esempio, i marchi di VéGé hanno raggiunto 550 milioni (+14,5%) e quelli di Despar potrebbero avvicinarsi al miliardo dopo gli 886 milioni alle casse del 2022 (fino a quell’anno Despar comunicava 400 milioni “dell’acquistato” e non le vendite alle casse).

In sostanza, i Big 3 si ritagliano oltre il 75% dell’intero business con incidenze sul fatturato diverse: Conad dichiara una quota del 40% del totale, Coop del 23% e Selex del 12,5%. La manifestazione bolognese Marca del 16 e 17 gennaio potrebbe fare maggiore chiarezza sul quadro complessivo, al di là delle dichiarazioni dei distributori.

Il podio
Stando quindi alle dichiarazioni dei retailer, l’anno scorso Conad avrebbe realizzato con la sua marca privata vendite per 6 miliardi, in crescita di circa il 13%, raggiungendo una quota del 33,5% nel canale super sul totale del largo consumo confezionato.

Nel 2023 Coop dovrebbe aver completato l’immissione sugli scaffali di 5 mila prodotti a marchio (pari alla metà del fatturato) che fanno riferimento a 114 categorie merceologiche. Le vendite del prodotto a marchio dovrebbero collocarsi nella forchetta 3,3-3,5 miliardi.
Infine, l’anno scorso Selex ha registrato una crescita della Mdd del 17,3% (con i brand Selex, Consilia, Vale e Il Gigante) e il giro d’affari dovrebbe essersi avvicinato a quota 1,8 miliardi.

VéGé, nuovi prodotti
“Abbiamo molte imprese che dispongono del marchio mainstream - interviene Giorgio Santambrogio, ad di VéGé (13,7 miliardi di fatturato nel 2023) -, per questo in sede lavoriamo prevalentemente sui marchi verticali, come quello funzionale Ohi Vita, che è cresciuto del 35%, e Mucho Amor. Nel 2024 lanceremo altri prodotti a marchio per chi non ne dispone e per chi necessita di brand di categoria (tipo benessere, petcare e altri). Insomma, faremo di necessità virtù”.

Il top manager poi loda quei retailer che hanno investito sul marchio “decadi fa”. Ma Mdd garantisce sempre margini più rotondi della marca? “Concettualmente sì, ma non necessariamente - risponde Santambrogio -. A volte per spingere il marchio non bisogna alzare il piede dall’acceleratore delle promozioni e i margini devono essere tali da consentirlo. Infatti ci sono imprese che non hanno Mdd e performano bene”.