di Emanuele Scarci

Sanzione di 74 mila euro per pratiche sleali comminata a Italatte del gruppo Lactalis, dopo la denuncia di Coldiretti all’lspettorato centrale repressione frodi (Icqrf). Lo segnala il sito del ministero dell’agricoltura nella sezione dedicata alle pratiche sleali, con l’ordinanza n. 86/2024 22 febbraio 2024. La sanzione ammonta a 74.144,89 euro. Lactalis ha annunciato che Italatte proporrà ricorso per tutte le eventuali sanzioni che verranno comminate.

Per il presidente di Coldiretti Ettore Prandini si tratta della "prima vittoria di una battaglia sui prezzi del latte che sarà lunga e difficile. Abbiamo denunciato Lactalis perché non ha rispettato i contratti fatti con gli allevatori, modificandoli unilateralmente. Chiediamo il rispetto della legge contro le pratiche sleali, e soprattutto che i prezzi pagati non debbono scendere sotto i costi di produzione in tutte le filiere”. La vicenda non sarebbe infatti conclusa: sembra che ora si debba risarcire gli allevatori.

Prezzi in linea
Dal fronte aziendale, Lactalis considera totalmente infondato il danno economico presunto. E sottolinea che nel 2023 le modifiche contrattuali proposte hanno consentito agli allevatori di ricavare 40 milioni, oltre il 10% in più rispetto a quanto stipulato inizialmente con un prezzo in linea con il mercato.

Giovanni Pomella, ceo di Lactalis in Italia, dichiara: “Il tema di un modello di definizione del prezzo del latte che sia sostenibile per l’intera filiera rappresenta oggi una priorità che deve essere affrontata con il coinvolgimento attivo di tutti gli operatori economici e istituzionali. In questo senso auspichiamo di proseguire nella linea del dialogo corretto e collaborativo con tutti gli attori del settore aprendo un tavolo di confronto per una campagna salva-latte che permetta di tutelare l’intera filiera. A questo proposito richiederò personalmente un incontro al ministro Lollobrigida”.

In dettaglio, lo scorso settembre Coldiretti ha denunciato Lactalis per aver modificato unilateralmente il contratto con i fornitori di latte, diminuendo i prezzi riconosciuti e introducendo anche un nuovo indice collegato tra l’altro alle quotazioni del latte europeo non concordato e fortemente penalizzante per i produttori italiani. Nel nostro paese, le pratiche commerciali scorrette sono perseguite ai sensi del decreto legislativo n.198 dell’8 novembre 2021.
Secondo fonti ufficiose, sarebbe emerso che 16 fornitori sui 26 analizzati sono stati oggetto di una modifica unilaterale delle condizioni contrattuali con riferimento al prezzo da parte di Italatte.

Gigante bianco
Nel 2022 il prezzo del latte spot ha registrato una media in Italia di 57,90 cent/litro (dai 38,60 dell’anno precedente) e nel 2023 di 51 cent/litro. Lo scorso gennaio il prezzo ha ripiegato sotto la soglia dei 50 centesimi e l’ultima quotazione di febbraio segnala 47 centesimi/litro.

Lactalis Italia è il primo acquirente di latte nazionale con 1,3 miliardi di litri raccolti (l'11% del dato nazionale) ed è inoltre il più importante player del settore lattiero-caseario, con il 14,5% del fatturato del comparto. Per il biennio 2023-2024 ha in programma oltre 160 milioni di investimenti nel nostro paese. Lactalis Italia conta su 31 stabilimenti e 4 mila referenze di prodotto tra latte, formaggi e salumi in 6 business unit: Galbani formaggi e salumi, Parmalat, Leerdammer, Castelli, Ambrosi. Nel portafoglio brand conta Invernizzi, Cademartori, Locatelli, Vallelata.

Nel 2022 il gigante bianco ha realizzato ricavi aggregati per 2,9 miliardi, sommando i dati del gruppo Lactalis Italia con quelli della capogruppo Parmalat.

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