di Emanuele Scarci

Riso Scotti scommette ancora sull’innovazione lanciando la Pasta Venere, un’altra declinazione della linea pastariso, ma questa volta blindata da un brevetto internazionale. La distribuzione del nuovo prodotto partirà gradualmente da lunedì 16 gennaio mentre il lancio pubblicitario decollerà da giugno.
La pasta nera è composta per il 25% da farina di riso Venere integrale e per il 75% da grano duro integrale italiano. La produzione è realizzata dal pastificio bresciano Lensi di Verolanuova.
Secondo l’azienda pavese la Pasta Venere “è una super novità nel mercato della pasta che coniuga il gusto e il profumo del più esclusivo riso nero da filiera italiana certificata al grano esclusivamente italiano. Saprà conquistare le cucine anche più esigenti con ricettazioni talmente varie da poter cambiare ogni giorno gusto”.

Il business della pasta integrale è uscito dalla dimensione della nicchia per diventare un segmento interessante. L’anno scorso le vendite di pasta integrale nella Gdo italiana valevano circa 100 milioni. E quello della pasta di semola secca 1 miliardo. L’integrale ha un prezzo medio superiore a quella della semola di circa il 40% ma il mercato è frammentatissimo. Si va dal leader Barilla con una quota a volume intorno al 23% (la stessa quota delle private label), passando per La Molisana (quasi il 15%) e De Cecco (10%) fino a Felicetti (18esimo nella top 20) con lo 0,3%.

Perché entrare nell'affollato e ipercompetitivo mercato della pasta integrale? “Abbiamo un prodotto unico – ribadisce il presidente Angelo Dario Scotti, durante la presentazione del prodotto alla forza vendita a Genova – talmente innovativo da rendere molto complesso imitarlo. Eppoi siamo convinti che la nostra pasta nera piacerà ai consumatori. Comunque la Pasta Venere è solo il primo di una serie di nuovi prodotti che lanceremo”.

Nei fatti Pasta Venere non sarà imitabile da nessuno. Venere è il primo riso nero aromatico italiano, creato nel 1997 dal centro di ricerca della cooperativa sardo-piemontese Sapise mediante incrocio convenzionale tra una varietà tipica italiana e una nera di origine asiatica. L’accordo di esclusiva fra Scotti e Sapise è partito un anno fa. “Inizialmente era un accordo decennale – ricorda il presidente di Sapise, Elisabetta Falchi – ma, essendo entrambi soddisfatti della partnership, abbiamo deciso congiuntamente di estenderlo a 15 anni”.

Formati e prezzo
Il direttore commerciale Gianluca Pesce sottolinea che Pasta Venere “accontenta sia chi predilige la pasta al dente sia chi la ama più morbida. E proposta in 4 formati: spaghetti, penne, fusilli e rigatoni. I formati più amati in Italia. Il pacchetto è di 400 grammi e il prezzo di vendita è di 2,49 euro a pacchetto che scende a 1,49 euro in promozione”.

Il prezzo si colloca quindi ben al di sopra del prezzo medio di 2,30 euro/mezzo kg rilevato dalla pasta integrale nel 2022 nella gdo. E allineato al posizionamento di prezzo del Pastifico Moro di Chiavenna che ha una quota di mercato del 2% a valore. Il pacchetto da 400 grammi adottato da Scotti ricorda l’analoga grammatura della pasta Barilla Al Bronzo che però è di solo grano duro italiano.

Variabili impazzite

Il 2022 per i produttori di riso è stata una tragedia. “La siccità e l’impennata dell’energia – sottolinea Pesce – ha fatto schizzare i prezzi all’origine di alcune varietà di riso fino al triplo. Tuttavia azienda e Gdo hanno ben collaborato e, alla fine, abbiamo riversato il 20-25% degli aumenti. Non si poteva fare di più. Ma quest’anno ci aspettiamo di trasferire almeno una quota analoga”.

Nel 2021, il gruppo Riso Scotti ha realizzato un fatturato consolidato di 251 milioni, un utile operativo di 6,1 milioni e un utile netto di 4,2 milioni. La società è attiva nel riso (in Italia e in Romania), negli snack, nel vending e nell’immobiliare. “Il 2022 è stato un anno travagliato, soprattutto per la siccità, che ha impattato sui margini - conclude Scotti -. Nonostante tutto siamo riusciti ugualmente a conseguire un piccolo utile che andremo a determinare con esattezza nei prossimi mesi. Inoltre abbiamo consolidato la nostra leadership nella Gdo: siamo arrivati al comando nel 2019, sostituendo Riso Gallo, e, in questi anni difficili, abbiamo consolidato la leadership nella Gdo con una quota di mercato intorno al 20%, stabilendo 3 punti percentuali di distacco sull’immediato inseguitore”.