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Vendite al dettaglio, a maggio volumi in calo del 4,7%

Vendite al dettaglio, a maggio volumi in calo del 4,7%
Vendite al dettaglio, a maggio volumi in calo del 4,7%

Vendite al dettaglio, a maggio volumi in calo del 4,7%

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Emanuele Scarci

di Emanuele Scarci

Carrello della spesa più leggero e scontrini caldi.

A maggio non cambia il trend degli acquisti delle famiglie italiane, compresso da un aumento dei prezzi nel carrello a due cifre. Nel non food, a picco le vendite del settore calzature/abbigliamento, penalizzate da una primavera piovosa.
Secondo le rilevazioni Istat, a maggio le vendite al dettaglio scivolano, su base annuale, del 4,7% a volume (contro il -4,8% di aprile), ma aumentano a valore del 3% (+3,2%) per effetto di un'inflazione che non si vedeva dagli anni 80.
Spacchettando il dato generale, il trend degli alimentari, rispetto all’anno scorso, sconta un calo del 3,8% a volume e un balzo a valore del 7,7%. Le vendite al dettaglio pagano il prezzo di un'inflazione nel carrello della spesa che a maggio era +11,2% e poi a giugno +10,7%. La differenza del non food è netta: il calo dei volumi è più pesante pur con prezzi fermi. Infatti la contrazione delle vendite a volume è del 5,2%, a fronte di una variazione dei listini del -0,6%.

Quanto ai canali commerciali, rispetto a maggio 2022, il valore delle vendite al dettaglio è in crescita del 6,8% nel canale ipermercati, dell’8,9% nei supermercati e dell’11% nei discount. La conferma che l’aumento dei prezzi nei negozi low cost è, in percentuale, più pesante

Per quanto riguarda i singoli prodotti del non food, l’aumento maggiore del valore delle vendite riguarda i prodotti per la cura della persona (+6,6%) e i prodotti informatici (+6%). A picco le calzature (-9%), in flessione l’abbigliamento (-3,8%).

Prevale la debolezza

Per Carlo Alberto Buttarelli, presidente di Federdistribuzione, “l’andamento dei consumi fa registrare ancora segnali di debolezza per quanto riguarda i volumi di vendita, penalizzati anche dagli effetti dell’inflazione cumulata nei mesi scorsi, anche se l’andamento del dato inflattivo sta rallentando, i consumi restano deboli sia nel comparto alimentare, dove registriamo una contrazione a volume di circa il 4% su base annua, sia nel settore del non alimentare”.

Buttarelli sottolinea che il settore dell’abbigliamento/calzaturiero è particolarmente penalizzato dall’arrivo in forte ritardo della stagione estiva. “L’avvio dei saldi in questi giorni, che al momento non indica particolari inversioni di tendenza - aggiunge -, rappresenta quindi un appuntamento importante per molte imprese e sarà una cartina di tornasole per valutare l’andamento dei consumi futuri. Permane comunque una prospettiva di incertezza alla quale occorre dare risposta attraverso iniziative di sostegno alle famiglie e alle imprese, con l’obiettivo di favorire la ripresa della domanda interna”.

       
       

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