di Luca Salomone

Perfezionata, con l’ingresso di Invitalia, la compagine societaria di Pernigotti holding, costituita, in precedenza, da due grandi attori americani, il fondo Lynstone e JP Morgan, la quale ultima ha rilevato, dal gruppo turco Toksoz, l’intero capitale sociale di Pernigotti società per azioni.

L’operazione - pilotata dall'agenzia governativa, interamente partecipata dal Mef, nell’ambito del Fondo per la salvaguardia dei marchi storici - ha consentito di ricostituire il capitale sociale per 7 milioni di euro (75% Lynstone+JP Morgan e 25% Invitalia) e di porre le basi per il rilancio del marchio e della produzione.

I due soci cooperano nella stessa misura anche in Walcor, altra storica società cioccolatiera cremonese (40 milioni di fatturato nel 2021 e 60 previsti), specializzata nella produzione di uova di Pasqua e monete di cioccolato. Ed è proprio la complementarietà delle linee produttive e, di conseguenza, del portafoglio prodotti, che ha indotto a una vera operazione gemella, diretta a rafforzare ulteriormente il già saldo legame con Pernigotti, mediante integrazione dei fornitori, dei prodotti, della rete commerciale e del management.

Già dal prossimo periodo natalizio, i prodotti Pernigotti torneranno disponibili per i consumatori, che hanno dimostrato, anche in recenti analisi di mercato, di aspettarsi un nuovo debutto, sugli scaffali della distribuzione, dei gianduiotti, dei torroni e delle praline.

L’assemblea dei soci ha nominato il nuovo Consiglio di amministrazione di Pernigotti holding, con Luigi Mastrobuono presidente, Attilio Capuano amministratore delegato, Camille Le Baut consigliera. I tre sono membri, a loro volta, anche del board di Walcor.

Difficile pesare, in termini puramente monetari, l'insieme Walcor-Pernigotti che non è ancora una fusione, ma, forse, poco ci manca. Indubbiamente, con i nuovi assetti e con la potenza dei marchi, il futuro del duo non potrà che essere un successo.