La fiducia degli italiani nell’alimentare cresce, guadagna 3 punti rispetto al 2020, in controtendenza rispetto alla media internazionale, che flette di 2 punti, e conquista il primato assoluto tra i Paesi europei. Lo dice Edelman Trust Barometer, la più importante indagine globale sul tema della fiducia, realizzata in 28 nazioni, su un campione di 33.000 persone.

La ricerca, alla sua ventunesima edizione, analizza la fiducia verso aziende, media, Governo e associazioni non governative e, nell’ambito dell’analisi sull’economia, fa uno spaccato di vari settori, tra i quali, appunto, il food and beverage, inteso come insieme di produzione e distribuzione.

Con il 65% dei soggetti fiduciosi, il food and beverage si piazza dopo la tecnologia e la salute, veri mantra del periodo Covid, nonché al terzo posto fra 15 settori e riscuote molto più successo in confronto ad altre componenti degli affari, il cui dato si piazza sul 59 per cento.

La cifra inerente all’Italia è ancora più importante, se messa in relazione con la tendenza globale, che vede l’alimentare perdere fiducia in 16 Paesi su 27. La Penisola è infatti davanti a nazioni di solida tradizione in questo campo, Francia e Spagna, e anticipa potenze industriali, come Stati Uniti e Germania.

La fascia d’età più confidente nel made in Italy è quella sopra i 55 anni con il 68%, in crescita del 6% sullo scorso anno, e, anche in questo caso, il nostro Paese va in controtendenza rispetto alla media globale che cala di un punto.

Da sottolineare la crescita dell’11%, sempre in termini di fiducia, verso i produttori di cibi e bevande nell’età da 35 a 54 anni.

Edelman Trust Barometer analizza anche alcuni sotto settori alimentari per tipologia di impresa: a guadagnare terreno sono i produttori (63% del campione fiducioso) e la rete di distribuzione (70%), che guadagnano rispettivamente 4 e 3 punti, ancora in controtendenza rispetto alla media globale che vede entrambi i comparti in calo, anche se di un solo punto.

In Italia perdono il 2% i produttori di birra e superalcolici che arrivano al 59% di fiducia, dato comunque migliore rispetto a quello globale, del 54% che è, per giunta, in flessione di 6 punti.

Ancora in calo, nel nostro Paese, sono i fast food che, con il 46%, perdono un punto, analogamente ai produttori di additivi alimentari che, con il 36%, ripiegano di 4 punti e non raggiungono nemmeno la soglia di fiducia.

Il Trust Barometer ha messo poi in evidenza l’elevato grado di stima riposto nel proprio datore di lavoro e questo fatto è ancora più evidente per coloro che operano nel food and beverage con il 76%, sette punti in più rispetto allo scorso anno, record assoluto in termini di crescita fra tutti i settori analizzati

“I dati dell’Edelman Trust Barometer hanno anche sottolineato cinque aree di miglioramento: innovazione, inclusione, informazione, incentivi e investimenti - afferma Rossella Camaggio, senior vice president e responsabile food and beverage di Edelman Italia -. In particolare, l’innovazione deve essere rivolta a fattori di sistema, più che di prodotto, e tutte le comunità devono essere adeguatamente rappresentate nel sistema produttivo attraverso meccanismi di inclusione. Inoltre, la trasparenza e la chiarezza nelle informazioni assumono valore sempre più strategico nelle scelte dei consumatori ed è necessario favorire, attraverso incentivi, l’adozione di sistemi tecnologici in grado di limitare l’impatto ambientale. È necessario valorizzare l’importante patrimonio di fiducia verso il settore alimentare attraverso partnership che siano in grado di far dialogare, in modo continuativo, attori pubblici e privati.

“Le aziende – conclude Camaggio - devono rispondere alla fiducia dei propri dipendenti che, come i dati dimostrano, è particolarmente alta rispetto agli altri comparti. Mai come oggi è necessario partire dall’interno, dalla prossimità, dalla relazione diretta”.

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Metodologia e campione

L’Edelman Trust Barometer 2021 è la XXI edizione dell’indagine su fiducia e credibilità ed è realizzata internamente dalla società di ricerca Edelman Data & Intelligence e consiste in 30 minuti di interviste online. L’edizione 2021 ha coinvolto un campione di oltre 33.000 individui che include 1.150 persone della fascia di popolazione generale, in 28 Paesi, e 200 persone appartenenti al pubblico più informato (élite), fatta eccezione per Cina e Stati Uniti, che hanno un campione di 500 intervistati ciascuno, appartenenti al pubblico informato e la Nigeria che ne ha 100. La parte del campione più colta risponde ai seguenti requisiti: età fra i 25 e i 64 anni, educazione universitaria, reddito incluso nella fascia di vertice della propria età nel Paese di riferimento, informazione costante su attualità, economia e questioni di interesse pubblico.