Aumentano, anche nel 2020, gli acquisti di alimentari a marca del distributore, che fanno segnare un consistente +9,3%, raggiungendo una quota di mercato del 20% (+0,5 sull’anno precedente) pari a 11,8 miliardi di euro di fatturato, contro i 10,8 miliardi del 2019. E si calcola che le Pl abbiano fatto risparmiare ai consumatori, nei dodici mesi, ben 2,1 miliardi di euro, per 100 euro a famiglia.

Questi i dati principali che anticipano il convegno del 24 marzo, che, nell’ambito dell’edizione digitale di MarcaByBolognafiere (18-25 marzo), presenterà le cifre chiave del settore, il suo peso socioeconomico e il contributo alla sostenibilità.

A tenere banco i dati del position paper, “Dall’emergenza al rilancio sostenibile: il contributo della marca del distributore”, di The European House–Ambrosetti, che spiega come la Mdd dia luogo a una filiera di 1.500 industrie partner, di cui l’85% rappresentato da Pmi italiane. Il comparto segue logiche di collaborazione strategica di lungo periodo: nel 98% dei casi le relazioni di fornitura durano più di un biennio e quasi il 50% dei produttori ha un contratto superiore a 8 anni.

A valle la Gdo che, secondo i dati di Adm-Associazione distribuzione moderna, partner storico della rassegna bolognese, ha generato, lo scorso anno, 143 miliardi di euro di fatturato, 24,1 miliardi di valore aggiunto e 3,3 miliardi di investimenti nel 2019, dando lavoro a 425.000 occupati diretti e accogliendo, ogni settimana, 60 milioni di consumatori.

Durante la pandemia la Mdd è cresciuta 3 volte di più dei prodotti dell’industria alimentare. E questo, secondo molti osservatori, si spiega con prezzi più convenienti, fattore sempre più importante con l’addentrarsi dell’emergenza, maggiore facilità di riassortimento e reperimento dei beni, aumentato potere della marca, distributiva o industriale che sia, come garante di igiene e salubrità, oltre che di qualità.

A tali spinte, per molti versi congiunturali, si aggiunge la strutturale crescita della Mdd, che, in Italia, ha determinato, il 78% dell'incremento del settore food negli ultimi 17 anni.

Certo il nostro Paese ha quote delle Pl decisamente inferiori rispetto ad altre nazioni, come Svizzera, Spagna, Gran Bretagna, Belgio, dove le Mdd rappresentano poco meno del 50% del venduto. Ma il conto cambierebbe se si aggiungessero i discount, che, oltre a polarizzare, secondo Ismea, il 15% degli acquisti di beni di largo consumo (13,4% la quota calcolata da Ambrosetti per il solo alimentare) realizzano l’80-90% dei ricavi con marche proprie.

Tornando al position paper si osserva che la crescita del settore va ben oltre i presunti riflessi del Covid, essendo, come detto, un fenomeno di lungo periodo. Così, nel 2021 si prevede un nuovo incremento, fino a 12,7 miliardi di giro d’affari per una quota del 20,7 delle vendite alimentari, destinati a diventare 14,9 miliardi (22,1%) nel 2023 e 17,3 miliardi (23,7%) nel 2025. Sono numeri eclatanti, se confrontati, per esempio, con quelli del 2003 - 3,2 miliardi e 11,3 per cento -, o del 2010: 6,3 miliardi e 15,4 per cento.

E non è tutto. Secondo l’analisi condotta da Ambrosetti, la marca del distributore favorisce la costruzione di un tessuto industriale sempre più orientato alla sostenibilità e all’economia circolare, visto che il 69% dei retailer ha introdotto requisiti molto stringenti per le aziende partner, le quali, in 70 casi su 100, vivono i nuovi contratti come stimolo, occasione di modernizzazione e di adeguamento alle regole di un mercato che penalizzerà, in modo crescente, tutti quei beni e servizi che non assicurano il rispetto dell’uomo e dell’ambiente.

“Grazie alla sua relazione privilegiata con la società, il consumatore e la filiera di riferimento – commenta Valerio De Molli, managing partner e Ceo di The European House – Ambrosetti - la marca del distributore è uno dei pochi settori economici a essere coinvolto su tutti i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e su 71 dei rispettivi 169 target. La Mdd, ancor più nel 2020, è diventata una leva per l’affermazione di un nuovo modello di società che mette al centro il benessere dell’individuo e del pianeta”.