di Luca Salomone

Crescono, anche nei grandi magazzini più ricercati, le quote di mercato delle private label. Lo dice Iads (International association of department stores) con sede centrale a Parigi, che rappresenta più di 26 miliardi di fatturato annuo, cumulato da 360 punti vendita, attivi in 19 Paesi.

Fra i soci permanenti, in tutto 9, ci sono Galeries Lafayette, gli spagnoli de El corte Inglès, El palacio de Hierro (Messico), la svizzera Manor, Sm Store (Filippine) e la tailandese The mall group. Non compare, invece, nessun nome italiano, anche se Rinascente, uscita nel 2008, è stata una delle fondatrici di un organismo nato nel 1928.

Quasi un raddoppio

Secondo l’associazione le attività legate ai marchi propri sono salite, nel 2022, al 16% del fatturato, rispetto al 9% del 2019, considerando solo il perimetro degli aderenti.

Il progetto di fare crescere i prodotti esclusivi, osserva Iads, è comunque il risultato di sforzi progettuali che risalgono a prima della pandemia, ma i veri riscontri si sono concretizzati nel periodo dei lockdown, quando le chiusure obbligate hanno portato al collasso dei ricavi e, per giunta moltiplicato gli acquisti online, mettendo le catene del lusso in competizione diretta con i grandi marketplace, con i loro prezzi convenienti e le loro consegne a prezzo basso o nullo.

Così prodotti, quasi sempre di fantasia, che parevano superati e persino da nascondere – invece di private label si usavano diciture eufemistiche, come ‘in house brand’ -, sono tornati di attualità, consentendo ai distributori di aumentare le vendite.

El corte Inglès (11,3 miliardi di euro di fatturato nel 2021, 9,7 nel 2020 e 12,2 nel 2019), per esempio, ha ridotto il numero delle Mdd e parallelamente potenziato quelle rimaste, come Sfera e Unit (elegante per giovani donne e casual ragazze), per trasformarle in vere marche. Anzi, per inciso, Sfera, marchio di moda già controllato dal gruppo, ma incorporato nel 2020, ha continuato a operare anche nelle collezioni uomo e ha mantenuto i propri monomarca, sia in Patria e sia all'estero, in Polonia, Filippine, Grecia, Emirati...

Anche El palacio de Hierro - 37,2 miliardi di Pesos messicani nel 2021, 26,9 nel 2020 e 35,6 nel 2019 secondo Statista, con un Peso che vale oggi circa 50 centesimi - ha lanciato un programma quinquennale di valorizzazione del proprio marchio e dei propri prodotti, mentre Galeries Lafayette e Manor, hanno raddoppiato lo sforzo sulle Mdd, soprattutto nei settori della casa e dell’abbigliamento monoprodotto, come i pullover in cachemire.

Uno sviluppo che continua

I programmi sulle Pl non si sono fermati, ma continuano ancora oggi, a dispetto di fatturati in forte risalita, ma per sempre minacciati dall’inflazione e dalla riduzione del potere di acquisto, che incidono su quei ceti medi che possono permettersi, anche se con minore frequenza, le catene di fascia alta.

Non solo: i rincari logistici, spiega l’associazione, hanno reso sicuramente meno oneroso l’approvvigionamento dai terzisti e agevolato l’adozione su larga scala di capitolati di sostenibilità.

Infine, i department store hanno, come tutto il mondo del retail di moda, l’esigenza di bilanciare con cura domanda e offerta, per ridurre al minimo l’onere di resi molto frequenti, dovuti agli incalzanti rinnovi delle collezioni.

Se le private label non possono essere la soluzione per antonomasia, saranno, per lo meno, un valido aiuto, sia per i distributori, sia per le molte piccole e medie industrie del tessile-abbigliamento.