di Claudia Scorza

Conserve Italia, azienda specializzata nel settore delle conserve ortofrutticole attiva in Italia e all’estero, investe costantemente per valorizzare i prodotti agricoli dei soci cooperatori e per dare al consumatore, grazie alla filiera cooperativa e ai propri marchi, garanzie di qualità e sicurezza alimentare. Pier Paolo Rosetti, direttore generale di Conserve Italia, ci ha parlato di innovazione, sostenibilità, export e dei piani di sviluppo per il 2023.

Siete una delle realtà più importanti del settore delle conserve ortofrutticole sia in Italia sia all’estero. Dove state concentrando attualmente i vostri investimenti?
Il piano di investimenti per il 2023 mira soprattutto alla sostenibilità, a partire dall’efficienza energetica, intesa come riduzione del consumo di energia e maggiore utilizzo di energia da fonti rinnovabili. Anche la digitalizzazione è un elemento molto importante su cui stiamo investendo nelle nostre fabbriche, in quanto ci consente di conseguire un miglioramento in termini di competitività. Un ulteriore aspetto su cui stiamo lavorando costantemente è il packaging per portare al consumatore la qualità dei nostri prodotti in contenitori attenti alla sostenibilità ambientale. Un investimento importante in questo senso è stato fatto con il Tetra Recart, imballaggio molto attento alla tutela dell’ambiente, soprattutto in termini di Co2, in quanto riduce dell’80% i consumi di anidride carbonica rispetto alle confezioni comparabili. Utilizziamo questo tipo di imballaggio sia con i nostri brand sia con le marche dei distributori.

Quanto conta oggi la sostenibilità per voi e per il consumatore?
Per noi la sostenibilità non è una scelta recente: abbiamo iniziato questo percorso vent’anni fa presentando il primo Report di Sostenibilità in cui esponevamo l’impegno e i traguardi raggiunti nella riduzione dell’impatto dei nostri processi. Mentre fino ad alcuni anni fa la sostenibilità era un elemento considerato quasi marginale nel definire il valore di un prodotto, ora è sempre più un fattore imprescindibile, che fa parte della percezione della qualità complessiva del prodotto. Il nostro intento è di continuare a investire responsabilmente sulla sostenibilità, diventata ormai un prerequisito per operare bene sul mercato, andando anche a migliorare la nostra capacità di comunicare questo importante plus al consumatore finale.

A livello di innovazione quali sono le ultime novità?
Possiamo dire che l’innovazione caratterizza il nostro operato e i nostri prodotti. Tra le ultime novità in questo senso troviamo il Frullato Proteico, primo di una serie di innovazioni che vogliamo portare nel comparto dei succhi di frutta. Desideriamo far percepire al consumatore il succo di frutta come un alimento sano e che può fare bene, scardinando una certa narrazione tesa a demonizzare questi prodotti con accuse spesso false. Per quanto riguarda il comparto del pomodoro, invece, abbiamo una grossa novità legata alla regionalità con la Passata Cirio Maremma Toscana: vogliamo infatti valorizzare i territori in cui siamo presenti con le nostre basi sociali composte da migliaia di agricoltori, sia nei confronti della Gdo sia dell’Horeca. Per quanto riguarda i vegetali, oltre a portare avanti il progetto delle Zuppe Pronte Jolly Colombani confezionate in un contenitore sostenibile Tetra Recart, abbiamo portato la tracciabilità nelle gamme Valfrutta di fagioli borlotti, piselli, fagiolini e mais dolce lavorati da fresco: inquadrando il QR Code presente in etichetta, è possibile risalire all’azienda agricola nostra socia che ha coltivato quei legumi e quel mais. Lo avevamo già fatto sulla frutta e ora lo estendiamo anche ai vegetali, attraverso un processo molto articolato che coinvolge tutta la filiera e che valorizza al meglio quello che siamo.

Quanto vale per voi la private label?
La private label vale circa il 20% del nostro totale fatturato. Vogliamo continuare a essere partner della grande distribuzione perché per noi è una collaborazione di valore e molto importante, in quanto ci permette di completare e sfruttare completamente la nostra capacità produttiva, consentendoci anche di ottimizzare la proposta di prodotto e di servizio logistico che diamo alla distribuzione.

Presidiate sia l’Horeca sia la Gdo. Su quale canale punterete nel 2023?
Entrambi sono canali importantissimi per noi. Sicuramente continueremo a presidiare la Gdo perché vogliamo mantenere costante la nostra presenza sugli scaffali. Ci dimostriamo molto disponibili a dialogare con la grande distribuzione organizzata per l’implementazione di progetti che possano portare a un ulteriore sviluppo dei nostri rapporti di collaborazione. Per quanto riguarda l’Horeca, invece, abbiamo rinnovato la linea Derby Blue, marchio storico di questo canale, che vogliamo rilanciare affiancandola a Yoga, brand numero nell’ambito dei succhi.

Guardando oltreconfine, qual è la quota dell’export?
Complessivamente per il nostro Gruppo l’export raggiunge il 45% del fatturato. I numeri ci dicono che ci sono ancora margini di crescita importanti; proprio per questo continuiamo a investire sui mercati esteri, cercando di portare oltre alla marca del distributore anche i nostri brand. Tra questi il marchio Cirio si distingue tra tutti oltreconfine grazie all’esportazione in 70 Paesi.