di Emanuele Scarci

Nessun conflitto derivante dall’appartenere a due centrali diverse e si ricorre alla doppia insegna soprattutto in caso di sovrapposizioni territoriali: l’acquisizione di Supermercati Gieffe è stata finanziata con un bond da 10 milioni collocato da Intesa Sanpaolo: parola di Giangiacomo Ibba, presidente del retailer sardo F.lli Ibba.

Qualche giorno fa la società F.lli Ibba Srl ha acquisito Supermercati Gieffe (16 pdv operanti nel Cagliaritano) e stretto un accordo di collaborazione con la Ideal Market, retailer operante nel Nord Sardegna. Un’operazione che apporta a Ibba un fatturato alle casse incrementale di 150 milioni, fino a 700 milioni, e spinge la quota di mercato in Sardegna al 22,3%.

L’operazione ha però sollevato qualche domanda sul conflitto derivante dalla doppia appartenenza a Crai e Despar. Anche se le due centrali aderiscono alla supercentrale Forum. “Come azienda Ibba abbiamo una gestione della doppia insegna fin dal 2006, dai tempi dell’accordo con la supercentrale Auchan” mette le mani avanti Giangiacomo Ibba.

F.lli Ibba però è nella centrale Crai…

Sono nato in Crai e dico sempre Crai. Ma le spiego: c’è un problema territoriale. Abbiamo fatto sviluppo sul territorio per garantire la nostra presenza ma avevamo bisogno di gestire, da un lato, in modo concorrenziale il mercato e, dall’altro, le sinergie sull’acquisto e sulla logistica. Per questo abbiamo sviluppato negli ultimi 10 anni il marchio Simply, con il quale gestiamo 150 milioni di fatturato, nelle località dov’eravamo già presenti come Crai. Avevamo la necessità di presidiare il mercato con una doppia insegna.

E allora?

Da qui l’operazione Supermercati Gieffe che partecipava a un consorzio composto da Ideal Market, storicamente il nostro competitor su piazza. Si è quindi pensato che potesse essere un’opportunità per Ibba sostituire il marchio Simply con Despar. Non lo si poteva fare con Crai perché, specie in Gallura, il territorio è già presidiato. Sarebbe stato un errore: si sarebbero perse quote e basta.

Qual è il link tra Gieffe e Despar?

Supermercati Gieffe era in contatto con Despar: aveva una quota in Scs (socio Despar) dove c’è anche Ideal Market. Abbiamo quindi deciso di tenere l’insegna Despar nei negozi Supermercati Gieffe.

A quanto ammonta la quota rilevata in Scs attraverso l’acquisizione Gieffe?

Circa il 74%. Questa quota ci consente di gestire positivamente la collaborazione con Ideal Market con la quale Supermercati Gieffe aveva rapporti contrattuali. Ma con Ideal Market rimaniamo competitor sul mercato.

E i problemi di sovrapposizione dei pdv?

Noi utilizziamo le due insegne soprattutto in caso di sovrapposizione. Consideri che la Sardegna ha solo 1,6 milioni di abitanti. In passato anche SCS, sempre con insegna Despar, aveva una partnership su logistica ed acquisti con Sigma e oggi altri gruppi ne gestiscono anche più di 2. Un collega addirittura 4. Ricordo infine che Crai e Despar Servizi condividono la stessa supercentrale d’acquisto.

Quanto è costata l’acquisizione di Gieffe?

Mi fa una domanda troppo delicata. Abbiamo rilevato un’azienda dalla buona redditività e su questo parametro è stato determinato il prezzo, con la collaborazione dell’advisor Deloitte che ha effettuato la due diligence. Alla fine abbiamo utilizzato un moltiplicatore dell’Ebitda.

L’Ebitda di Gieffe è del 4 o 5%?

Si annovera tra i best performer, anche se di piccola dimensione. Diciamo che è sopra la media del settore.

Su 350 pdv del gruppo quanti sono in franchising?

Come numerica è il 60%, come fatturato circa il 40%, compresa l’ultima operazione. Ma sottolineo: la nostra rete è unica, non facciamo distinzione tra partner aderenti alla rete e la rete diretta. Ci dedichiamo alla prossimità e abbiamo un modello molto veloce che ha mostrato di funzionare bene.

A quanto ammonta il prestito obbligazionario emesso per finanziarvi?

Il prestito obbligazionario Basket bond, lanciato da Intesa San Paolo ed Elite, ammonta complessivamente a 150 milioni, di cui 10 milioni per quanto ci riguarda. Credo che in prospettiva si debba guardare più alla finanza strutturata per lo sviluppo d’impresa e meno al debito bancario, anche se il sistema creditizio dovrà aiutarci nell’operatività. C’è un mercato con tanta liquidità a cui attingere, ma noi dobbiamo essere ancora più trasparenti e certificati. Quindi qualora capitasse un’operazione più grande bisogna farsi trovare pronti.

A proposito di trasparenza, vedo che la F.lli Ibba nel 2019 ha realizzato ricavi per 317 milioni con un utile di 5,4 milioni. Come si arriva ai 700 milioni dichiarati?

I 317 milioni si riferiscono a F.lli Ibba srl; il consolidato di Abbi Holding, che comprende, oltre al centro di distribuzione, la rete diretta, riporta ricavi per 355 milioni nel 2019. Il riferimento ai 700 milioni riguarda l’intera rete, che come detto comprende sia i punti di vendita diretti che quelli dei partner.

Avete inviato la comunicazione di Gieffe e di Scs all’Antitrust?

La somma dei fatturati delle imprese interessate dalla concentrazione non giungeva alla soglia stabilita dalla legge.