In un contesto come quello attuale - dominato da importanti cambiamenti di mercato, diffusi fattori di criticità e da un’ulteriore maturazione del consumatore, sempre più attento alla qualità dell’offerta -, promuovere nuovi modelli di relazione tra produttori e distributori diventa ancora più importante. Paolo Fregosi, consigliere delegato di Adm, ha spiegato alla redazione di DM in che modo l’Associazione della distribuzione moderna ha intenzione di affrontare le sfide future, con l’obiettivo di migliorare l’efficienza dell’intera filiera e il livello di soddisfazione del consumatore.

Come si traduce in concreto la vostra mission “fare cultura di sistema”? Quali sono gli obiettivi alla base dell’attività di Adm?
Per capire l’essenza del lavoro di Adm è necessario fare un passo indietro. Dopo la fusione tra Indicod ed Ecr Italia, è emersa la necessità di una struttura che ne assumesse il controllo e rappresentasse l’intera filiera commerciale. È dunque nata sia Adm, in rappresentanza della distribuzione, che Ibc, l’associazione delle industrie dei beni di consumo. Da quel momento, Adm e Ibc lavorano a braccetto con Indicod-Ecr per favorire lo sviluppo e la crescita di tavoli di discussione tra industria e distribuzione. Adm si propone quindi di creare valore ricercando soluzioni collaborative avanzate, che accrescano le competenze specifiche degli operatori della filiera commerciale. Cerchiamo di contribuire al dibattito, sollecitare il confronto e suggerire modelli da seguire: il tutto per migliorare l’efficienza della filiera del largo consumo e accrescere la soddisfazione del consumatore finale.

Quali sono i principali argomenti con cui deve attualmente confrontarsi la distribuzione?
Sia la distribuzione che l’industria si misurano oggi con la necessità di una profonda modernizzazione, che richiede soluzioni avanzate per guadagnare competitività. Credo che attualmente una delle questioni fondamentali da affrontare giri intorno ai concetti di responsabilità sociale e di sviluppo sostenibile: sono queste le strade che la distribuzione moderna deve percorrere per migliorare l’offerta e il servizio ai consumatori. Su questo fronte, l’interesse di Adm è molto attivo su tutto ciò che coinvolge il packaging dei prodotti, un aspetto essenziale della sostenibilità, con l’obiettivo di trovare soluzioni tecnologiche innovative che riducano l’impatto ambientale.

Quali sono i principali progetti in cui siete coinvolti nel 2010?
Il progetto centrale è senza dubbio il catalogo elettronico Gdsn, l’innovativo servizio di gestione delle informazioni di prodotto che vedrà una completa concretizzazione nel corso dell’anno. Si tratta di uno strumento di straordinaria importanza per ricercare le informazioni in modo rapido e affidabile: l’industria carica su questa piattaforma comune le caratteristiche dei suoi prodotti che la distribuzione può andare a consultare. Dopo aver superato la fase di studio e quella di test il programma può partire e stiamo mettendo a punto gli obiettivi e fissando gli appuntamenti di approfondimento, come workshop e convegni. Sul fronte più specifico delle attività di Adm continueremo, per esempio, sulla strada che abbiamo imboccato fin dalla nascita e che va avanti con ottimi risultati sul fronte formativo: il Master in Retail Management, arrivato alla sesta edizione, ha l’obiettivo di formare i futuri manager della distribuzione. La formula del successo è rappresentata dal percorso articolato in sei mesi di formazione in aula e sei mesi di stage presso le insegne associate.