E’ stato Ambrogio Invernizzi, presidente del Cda di In.al.pi., a illustrare alle redazione di DM le ultime novità, di prodotto e di carattere tecnologico, messe in campo dall’azienda per rafforzare il proprio business delle fettine di formaggio fuso e di derivati del latte. Piena attività della torre di polverizzazione e sviluppo del segmento del formaggio preconfezionato sono due dei principali obiettivi 2010 di In.al.pi.

La vostra azienda collabora con numerose insegne della gdo e della do italiana producendo fettine di formaggio fuso e altri derivati del latte. Quali sono le ultime novità, a livello di prodotto e di packaging, che avete inserito nei banchi frigo dei punti vendita?
L’innovazione principe che non possiamo fare a meno di citare, anche se risale a un paio di anni fa, è l’introduzione dell’ingrediente latte fresco nella nostra produzione di formaggio fuso a fette. Si tratta di una piccola rivoluzione nel settore dei formaggi fusi: un valore aggiunto che permette alle fettine In.al.pi. di avere nuova e più qualificante collocazione. Questa innovazione ha rappresentato l'imput per diversificare, affiancando alle fettine anche i formaggini nel formato a "triangoli" in scatola tonda. L'impianto, fornito dall'azienda svizzera Bosch Sapal, leader mondiale nella produzione di formaggi fusi, é operativo dallo scorso mese di gennaio 2010. Per quanto concerne il packaging é in fase di definizione il nuovo brand, che andrà progressivamente a sostituire tutti i marchi In.al.pi. attualmente esistenti, per contrassegnare in maniera univoca la gamma aziendale.

Quali sono le nuove tendenze di consumo alle quali siete chiamati a rispondere? Queste tendenze come stanno cambiando in maniera significativa la vostra offerta?

Abbiamo recentemente prodotto le fettine in confezioni da 200 grammi con 8 fette, sostituendole alla classica confezione da 200 grammi con 10 fette. Il peso della singola fettina é di 25 grammi invece dei 20 classici. Questo nuovo formato é stato richiesto da alcuni gruppi distributivi per i loro prodotti a private label, e nelle prossime settimane sarà disponibile anche a marchio In.al.pi. E' un'esigenza manifestata dai consumatori, che nell'ultimo periodo hanno premiato il formato unitario più "corposo".

In.al.pi. come ha risposto all’attuale crisi economica che sta colpendo retailer e imprese? Come prevedete di chiudere il 2010?
Facendo proprio il pensiero sulla crisi di un grande scienziato quale Albert Einstein, "Non pretendiamo che le cose cambino, se facciamo sempre le stesse cose…, lavoriamo duro. L’unica crisi minacciosa è la tragedia di non voler lottare per superarla“, il management ha scelto di investire, in primis con il più importante progetto della sua storia, l'impianto di latte in polvere (unico in Italia), ma anche  diversificando la sua gamma produttiva di formaggio fuso, con l'installazione della già citata linea per la produzione dei "formaggini". Mentre quest'ultima é attiva dallo scorso mese di gennaio 2010, per la produzione di latte in polvere si prevede l'avvio nel corso della primavera con il raggiungimento della piena produttività a settembre 2010. Il volume d'affari previsto per il 2010, con l'avvio dei due prodotti appena citati, sarà significativamente maggiore rispetto all'anno appena concluso, nell'ordine di un 40% circa.

Cia e Confagricoltura sono le due realtà con cui avete recentemente stretto un accordo per la fornitura di latte fresco per la torre di polverizzazione. Può spiegarmi nel dettaglio le caratteristiche del progetto che coinvolge anche Ferrero, leader in Italia nel settore dolciario? Quali sono i principali obiettivi del progetto?
Il progetto della torre di polverizzazione nasce da una precisa esigenza della Ferrero Spa, della quale In.al.pi. é partner commerciale e logistico da alcuni anni. La prestigiosa casa dolciaria ha firmato un contratto di acquisto del latte in polvere di 5 anni, rinnovabile di altri 5+5. Sia la vendita del prodotto finito che l'acquisto della materia prima sono legati a un prezzo indicizzato che ha permesso la conclusione di accordi commerciali a medio termine, garantendo quotazioni sempre in linea con il mercato. La formula approvata  dalle maggiori organizzazioni sindacali agricole, incluse le già citate Cia e Confagricoltura, ma prima di loro Coldiretti, é stata studiata con la collaborazione della Facoltà di Agraria dell'Università di Piacenza, coordinata dal professor Rama ed é composta da un paniere di quindici diverse voci, che tengono conto dei costi di gestione degli allevatori, sin dall'alimentazione del bestiame, e di quotazioni di prodotti-guida sia sul mercato italiano che europeo, ciascuna con un proprio peso specifico all'interno del paniere.

Oltre alla torre di polverizzazione avete in programma altre innovazioni a livello tecnologico e strutturale per la vostra azienda?

Chiaramente sì. Abbiamo intenzione di investire sul formaggio preconfezionato per arrivare alla porzionatura di prodotto a peso calibrato e sulle confezioni sia del formaggio confezionato, che delle fettine, per facilitarne l'uso al consumatore. Stiamo altresì lavorando affinché sulle nuove confezioni risalti maggiormente la politica societaria per la sicurezza alimentare e la genuinità degli ingredienti e ipotizzo per il 2011 una nuova campagna pubblicitaria rivolta ai consumatori per comunicare questa filosofia aziendale. Infine è nostra intenzione intensificare la ricerca con le università con cui collaboriamo per il miglioramento del prodotto. Con alcune di esse stiamo ipotizzando di costituire dall'anno 2011 un master per laureati sull'allevamento delle vacche da latte, sulla qualità del latte e sull'impatto nel prodotto finale.