E’ presente nelle principali catene distributive con i brand Cuorenero, Budit e Biosugar. Stiamo parlando di Sugar Company, al cui presidente Napoleone Neri la redazione di DM ha chiesto di illustrare le caratteristiche dei rapporti con la gdo e di tracciare un quadro dei principali valori dell’azienda.

La vostra è una realtà imprenditoriale giovane. Nel corso dell’attività i risultati raggiunti, in termini di vendite a volume e a valore, hanno rispecchiato le vostre aspettative iniziali?
Nel settore dei dolcificanti i risultati raggiunti possono dirsi più che soddisfacenti, l’azienda, infatti, cresce oltre le aspettative: dal 20% al 30% all’anno. Per quanto riguarda il cioccolato parliamo di un settore sicuramente molto più complesso. La nostra entrata nel mercato è recente e il prodotto deve consolidarsi ancora completamente, nonostante abbia già acquisito una certa notorietà grazie alle sue caratteristiche qualitative.

Quanto pesa il canale tradizionale e quanto la gdo sul vostro fatturato?
La gdo è il canale prevalente e rappresenta circa il 90% del nostro fatturato annuo.

Per quanto riguarda la grande distribuzione siete presenti nelle principali catene. Quali sono le leve di marketing che adottate per promuovere i vostri prodotti e far conoscere i loro plus?
Sugar Company è un’azienda che promuove direttamente sul punto vendita, attraverso vendite promozionali, tagli prezzo, esposizioni preferenziali mediante espositori, attività di co-marketing e volantini.

All’interno della generale contrazione dei consumi che ruolo gioca il fattore prezzo nella vendita dei prodotti Sugar Company in gdo?
I media si stanno assumendo la grande responsabilità di giocare un ruolo negativo nell’opinione del consumatore, valutando i prodotti solo unicamente in base al loro prezzo e non in base alla qualità. D’altro canto il consumatore è in una fase transitoria, sta cominciando ad adottare nuovi stili e nuove forme di acquisto e di consumo, e i premium price sono sicuramente i meno favoriti. Attraverso una valutazione basata solamente sul prezzo, non è possibile adottare la politica giusta per qualificare i consumi. Un prodotto andrebbe valutato in modo più approfondito: in base alle sue peculiarità, alle caratteristiche qualitative e al rapporto qualità-prezzo. Ritengo comunque che nel tempo il consumatore saprà fare la scelta giusta.

Il controllo della qualità riveste un ruolo di primo piano all’interno della vostra azienda? Quali tecnologie adottate per effettuarlo?
Sicuramente, il controllo della qualità riveste per noi un ruolo fondamentale. Prima di tutto attraverso la selezione dei migliori ingredienti. Nel caso del cioccolato selezionando massa di cacao pregiata dell’America Latina piuttosto che di altra provenienza. Inoltre abbiamo costituito un’Oasi Produttiva Anti Allergeni: per sviluppare questo programma è stata fatta la scelta di non produrre né cioccolato al latte, nè cioccolato con nocciole o altra frutta con guscio. All’interno dello stabilimento non sono ammesse materie prime contenenti: arachidi, crostacei, frutta con guscio (noci, mandorle, nocciole ecc.) glutine, latte, proteine del latte, soia, lupini, senape, sesamo, sedano e uova. Attraverso questa scelta radicale e fortemente condizionante Sugar Company ha voluto dare al consumatore una garanzia tangibile del livello qualitativo dei suoi prodotti e la possibilità a chi è affetto da intolleranze alimentari di assumere il cioccolato.