Costi da tagliare soprattutto nei trasporti e nel magazzinaggio delle merci: è sostanzialmente a questo che pensano le imprese italiane quando si affidano a terzi per la gestione della loro logistica. Insomma, l’outsourcing, che continua a crescere, dà uno spazio limitato ai fornitori del servizio nel fornirlo a maggior valore aggiunto con proposte di pianificazione e personalizzazione ritagliate su misura del cliente. Anche se, riconosce l’indagine “La logistica tra presente e futuro” realizzata da SDA Bocconi e Accenture, il retail da questo punto di vista si distingue parecchio dagli altri settori.

Insomma da quanto emerge dalla ricerca - condotta in Italia su un campione di aziende con fatturato di oltre 50 milioni di euro, che operano in diversi settori industriali: Food&Beverage (24%), Fornitori di servizi logistici (22%), Farmaceutico (17%), Retail (15%) - la logistica rimane dunque un’attività fortemente esternalizzata. Tanto che il 78% dei costi logistici sostenuti dalle imprese è originato da attività svolte da terzi, una tendenza che in futuro riguarderà in particolare la gestione dei magazzini, dove l’esternalizzazione crescerà del 10% nel prossimo triennio.
 
Lo studio rivela che le operazioni legate alla logistica risultano ancora oggi attività ‘fisiche’: l’89% dei costi sono infatti generati da attività di trasporto e di magazzino e incidono sul fatturato dal 2% al 7% circa a seconda dei settori, una tendenza che si prevede rimarrà costante anche nel prossimo triennio.


La distanza tra domanda e offerta di servizi logistici è però la problematica principale che emerge dall’analisi di SDA Bocconi e Accenture: “La domanda delle aziende è ancora fortemente concentrata sui servizi tradizionali di trasporto e magazzino e, quindi, sulla riduzione di costi, mentre l’offerta degli operatori logistici si sta sforzando di proporre servizi di pianificazione a maggior valore aggiunto e una maggiore personalizzazione a seconda dei fabbisogni dei clienti”, spiega Enzo Baglieri, responsabile della Unit Operations and Technology Management della SDA Bocconi. “A differenza di quello che sembra essere il trend fuori dai confini nazionali, risulta quindi più arduo per gli operatori logistici trasformarsi in orchestratori della supply chain”.
 
Ciò nonostante si avverte un cambiamento culturale tra le aziende italiane, nel garantire maggiore efficienza nella relazione tra clienti e fornitori e una migliore integrazione dei processi e dei flussi informativi attraverso un ricorso più sistematico della tecnologia.
 
“La logistica, come confermano i dati emersi da questa ricerca, sta diventando sempre più un fattore determinante per la competitività delle imprese e il raggiungimento dei livelli ottimali di efficienza - dichiara Paolo Mondo Responsabile Supply Chain di Accenture - tuttavia, perché questo settore riesca ad esprimere realmente il suo potenziale e il suo valore, è necessario colmare lo scostamento tra domanda e offerta, soprattutto aiutando le aziende a comprendere l’importanza dell’outsourcing anche per quelle attività a maggiore contenuto informativo e a maggior valore aggiunto, come ad esempio le fasi finali dei processi di assemblaggio e distribuzione e la pianificazione dei flussi”.
 
La ricerca sottolinea come sia in rapido aumento l’uso di prassi collaborative tra i vari attori della catena logistica. Sotto il profilo transazionale, in particolare, il 100% delle aziende indagate utilizza appositi strumenti per la gestione degli ordini tra clienti e fornitori, mentre il 70% adotta tecnologie e prassi di advanced shipping notes (in grado di fornire all’acquirente informazioni sui beni trasferiti nella spedizione) e soluzioni di fatturazione elettronica.
 
Si distingue in particolare il contesto del retail (distribuzione organizzata di prodotti food e non food), dove le prassi collaborative sono adottate per oltre il 70% dei casi seppure spesso sia un atteggiamento circoscritto a una porzione limitata di fornitori più strategici. Inoltre, il 30% delle aziende incluse nella ricerca ha già adottato soluzioni di VMI (vendor managed inventory) e CPFR (collaborative planning, forecasting and replenishment) e un ulteriore 30% ha intenzione di adottare le medesime soluzioni. Ancora marginali, invece, le collaborazioni ‘orizzontali’, ossia tra aziende che operano allo stesso stadio della catena del valore: solo il 10% delle aziende intervistate adotta queste prassi.
 
Ma il futuro della logistica non si caratterizzerà solo per la crescita dell’outsourcing. Nei prossimi tre anni, infatti, quasi la metà delle aziende intervistate concentrerà i propri investimenti sulla revisione del network logistico e sul ridisegno delle strategie distributive (40%), oltre che sul miglioramento delle attività di previsione, pianificazione e programmazione della distribuzione (25%).