Su un totale di 3.291 allarmi per irregolarità ben 418 (13 per cento) hanno riguardato la Cina per pericoli derivanti dalle contaminazioni dovute sopratutto a  materiali a contatto con gli alimenti, sulla base della Relazione sul sistema di allerta per gli alimenti.

Al secondo posto con ben 250 segnalazioni (8 per cento del totale) si trova l’India. La spinta verso la crescita dell’economia cinese ha determinato conseguenze sul piano della sicurezza alimentare ed ambientale i cui effetti sono ricaduti sull’intero pianeta. Lo scandalo della presenza di melamina nel latte che ha portato morti per avvelenamento e paura nei diversi continenti è la conseguenza di una politica di contenimento esasperato dei costi, legittimati sull’altare di un libero mercato senza regole.

La globalizzazione dei mercati, a cui non ha fatto seguito quella della politica, ha portato ad un deficit di responsabilità, di onestà e di trasparenza  che ha drammaticamente legittimato la derubricazione del tema cibo fino a farlo considerare una merce qualsiasi con effetti che  rischiano di provocare una rincorsa al ribasso con effetti drammatici come dimostrano i recenti casi dei maiali e dei polli alla diossina in Germania.