Le esportazioni di prodotti ortofrutticoli nel territorio russo erano state vietate durante l’allarme per l’epidemia da batterio E-Coli e, con la ripresa dei rapporti commerciali, le aziende erano state obbligate a porre su ogni spedizione di referenze una certificazione sui residui antiparassitari.
Quest’obbligo – ha affermato Maurizio Gardini, presidente di Fedagri Concooperative – ha portato alle aziende diversi costi (circa 200 euro a spedizione), accompagnati da un aggravio in termini di tempo per la gestione documentale.