Dopo lo scandalo dei pesticidi del 2009 in Libano (presenza di pesticidi in circa il 40% della frutta e verdura nazionale), la ricerca di prodotti alimentari biologici e’ nettamente incrementata presso i consumatori locali, cio’ che puo’ essere soddisfatto grazie al miglioramento della professionalita’ della filiera biologica libanese, con la nascita di distributori o grossisti che assicurano il raccordo fra produttori e consumatori.

Dai circa 200 ettari dedicati al “bio” nel 2002 in Libano, con una trentina di produttori agricoli, si e’ passati a 2.180 ettari nel 2008 (ultimi dati disponibili) con 250 produttori che divengono circa 300 se si integra la filiera dei vari attori che lavorano nel biologico.

La percentuale dei terreni biologici e’ tuttora limitata in Libano, essendo solo lo 0,87% del totale coltivato. Inoltre non esiste una legislazione a cio’ dedicata, e quindi gli esportatori devono fare uso degli Istituti di certificazione (LibanCert o IMC), che si rifanno alla normativa europea.