di Emanuele Scarci

Per Lactalis si complica la vicenda sulle presunte pratiche sleali. Dopo la prima multa comminata dall’Ispettorato centrale repressione frodi alla controllata Italatte, ne sono arrivate altre quattro. Si tratta di una tripletta da 30 mila euro ciascuna più una quarta da 34.627 euro. Che si sommano alla precedente da 74.145 euro comminata il 22 febbraio. Le sanzioni sono pubblicate sul sito del Masaf.

In tutto si tratta di circa 140 mila euro, una cifra non significativa per Lactalis ma potrebbero costituire un precedente pericoloso. Inoltre di multe ne potrebbero arrivare delle altre. Infatti, una settimana fa il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida aveva dichiarato: “Nelle ultime ore con l’ispettorato abbiamo comminato 100 sanzioni di carattere amministrativi a Lactalis che in Italia approfitta della sua posizione dominante per rivedere i contratti con i nostri produttori di latte”. Le 100 sanzioni si riferirebbero al risarcimento di altrettanti fornitori di latte.

Tuttavia le comunicazioni fra ministro e Lactalis sono tutt'altro che chiuse. Il ceo di Lactalis Italia, Giovanni Pomella, aveva espresso il desiderio di incontrare il ministro. Subito raccolto da Lollobrigida con una dichiarazione pubblica: " Quello che ci interessa non è condannare o assolvere le imprese, ma valorizzare la filiera, l’equilibro e il rispetto delle regole, quando c’è la volontà al miglioramento siamo aperti e disponibili con tutti".

Sotto la lente

In dettaglio, lo scorso settembre Coldiretti ha denunciato Lactalis per aver modificato unilateralmente il contratto con i fornitori di latte, diminuendo i prezzi riconosciuti e introducendo anche un nuovo indice collegato tra l’altro alle quotazioni del latte europeo non concordato e fortemente penalizzante per i produttori italiani. Nel nostro paese, le pratiche commerciali scorrette sono perseguite ai sensi del decreto legislativo n.198 dell’8 novembre 2021.

Lactalis considera totalmente infondato il danno economico presunto. E sottolinea che nel 2023 le modifiche contrattuali proposte hanno consentito agli allevatori di ricavare 40 milioni, oltre il 10% in più rispetto a quanto stipulato inizialmente con un prezzo in linea con il mercato. Il prezzo medio pagato nel 2023 è stato di 52,7 centesimi e nel 2022 di 51 centesimi. "Il nostro Paese - ha detto in una intervista Pomella - ha uno dei prezzi più alti d’Europa: in Francia, il latte nel 2023 è stato pagato intorno ai 45 centesimi e in Germania intorno ai 46".
Fin dall'inizio, Lactalis ha sostenuto che Italatte proporrà ricorso (davanti al giudice civile) per “tutte” le eventuali sanzioni che verranno comminate.

Il latte ora scende

Nel 2022 il prezzo del latte spot ha registrato una media in Italia di 57,90 cent/litro (dai 38,60 dell’anno precedente) e nel 2023 di 51 cent/litro. Lo scorso gennaio il prezzo ha ripiegato sotto la soglia dei 50 centesimi e l’ultima quotazione di febbraio segnala 46,50 centesimi/litro.

Lactalis Italia è il primo acquirente di latte nazionale con 1,3 miliardi di litri raccolti (l'11% del dato nazionale che l'azienda non ritiene dominante) ed è inoltre il più importante player del settore lattiero-caseario, con il 14,5% del fatturato del comparto. Per il biennio 2023-2024 ha in programma oltre 160 milioni di investimenti nel nostro paese. Lactalis Italia conta su 31 stabilimenti e 4 mila referenze di prodotto tra latte, formaggi e salumi in 6 business unit: Galbani formaggi e salumi, Parmalat, Leerdammer, Castelli, Ambrosi. Nel portafoglio brand conta Invernizzi, Cademartori, Locatelli, Vallelata.

Nel 2022 il gigante bianco ha realizzato ricavi aggregati per 2,9 miliardi, sommando i dati del gruppo Lactalis Italia con quelli della capogruppo Parmalat.


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