Riprende leggermente tono negli ultimi mesi la spesa per consumi delle famiglie (nel secondo semestre 2010 il 48,3% delle famiglie ha aumentato leggermente i consumi rispetto al 45,7% del primo semestre 2010); le previsioni di spesa per i primi 4-5 mesi del 2011 indicano un leggero miglioramento del quadro generale ed un ulteriore, contenuto incremento dei consumi (la pensa così oltre un quarto delle famiglie rispetto al 23,8% del semestre precedente); in leggero miglioramento anche il clima di fiducia delle famiglie, determinato dall’aumento degli ottimisti (41,3% a gennaio 2011 contro il 36,1% di giugno 2010), ma il permanere di un saldo negativo tra ottimisti e pessimisti si traduce in una sostanziale accortezza e moderazione nelle spese: infatti, anche se oltre un terzo delle famiglie, negli ultimi mesi, non ha rinunciato a nulla, le restanti - cioè i 2/3 - hanno complessivamente ridotto gli sprechi o effettuato qualche rinuncia.

Tra i principali nodi strutturali che rappresentano, secondo le famiglie italiane, un freno alla crescita del Paese si confermano, ai primi posti, l’instabilità del clima politico (per il 46,3%) e l’elevata disoccupazione (43,6%); ma a destare una certa preoccupazione ci sono anche le difficoltà per le giovani generazioni (29,7%) e l’eccessivo livello delle tasse (24,5%).

Insomma, nonostante emergano alcuni, parziali, segnali positivi sui comportamenti di spesa e sul clima di fiducia delle famiglie, non si registra ancora quella spinta propulsiva necessaria a segnare un’inversione di tendenza vera e propria e a prevalere è un atteggiamento generale di prudenza e moderazione delle spese che configura una fase di ripresa economica ancora debole: questa, in sintesi, la “fotografia” del clima di fiducia e del sentiment delle famiglie scattata dall’Outlook dei consumi Censis-Confcommercio.