Presentato oggi il rapporto Coop su "Consumi e distribuzione 2011". Emerge uno scenario sconfortante. Un Paese senza fiducia, dove l'accelerazione dell'inflazione, la debolezza del mercato del lavoro, la manovra depressiva per consolidare la finanza pubblica, hanno fatto piazza pulita dei deboli segnali di recupero captati a inizio anno. Il reddito delle famiglie è tornato indietro di un decennio e, per sostenere un certo livello di vita, gli italiani hanno dovuto erodere i propri risparmi. Il potere di acquisto è calato, dal 2001, del 7% e anche i consumi pro capite sono tornati ai livelli di dieci anni fa.

"La distribuzione non è affatto anticiclica - ha detto Vincenzo Tassinari, presidente del consiglio di gestione di Coop - e ha accusato il colpo, nonostante abbia rinunciato a una parte dei propri margini pur di salvaguardare i consumatori. L'aumento dell'Iva inciderà indubbiamente su consumi e inflazione, punendo categorie merceologiche già in affanno, come la chimica di consumo, il vestiario, i beni durevoli, una parte dell'alimentare. Oggi più che mai produttori e distributori devono fare quadrato per sostenere la domanda. Purtroppo prevedo comunque che ogni intervento diretto a contenere la perdita del potere di acquisto non avrà grande effetto e che la seconda parte del 2011 e il 2012 si trascineranno ancora secondo i ritmi di una crisi strisciante".