di Emanuele Scarci

Il vino fuori dal tunnel della pandemia. Ripartono le fiere in presenza e la promozione del vino italiano. A Verona è andata in scena Vinitaly Preview, con 70 aziende, 5 Consorzi e 300 fra operatori e buyer italiani ed esteri.

Vinitaly Preview è un progetto sollecitato dai produttori per intercettare la ripresa della domanda di vino italiano sui mercati italiano e internazionale. E le imprese segnalano una incoraggiante ripresa dei consumi dopo le riaperture di maggio e giugno decise dal governo per ristoranti, bar e luoghi di ritrovo. L’unico dubbio rimane quanta della robusta ripartenza degli ordini sia legata alla ricostituzione delle scorte e quanta alla rotazione del prodotto.

Decollano gli Usa

Sui mercati esteri il primo trimestre 2021 si è chiuso con un export in calo del 4% a valore e dell’8,2% a volume, ma, spacchettando il dato per mesi, si è passati è passati da -19% a gennaio a -11% a febbraio per arrivare a saldo zero a marzo. L’Osservatorio Vinitaly-Nomisma wine monitor segnala un brusco colpo d’acceleratore del mercato americano (il nostro principale mercato estero) con un balzo dell’import di vino del 20% a valore, con la l’Italia che sovraperforma con un +26%.

In Italia rebus scorte

In Italia, nel primo quadrimestre nella distribuzione moderna, le vendite hanno messo a segno, secondo Iri, +20% a valore (+180 milioni a 1,1 miliardi di euro) e +8,1% a volume. Il confronto con il 2020 è disomogeneo, ma le aperture a singhiozzo di ristoranti e bar hanno favorito la gdo. Per il fuori casa TradeLab e Federvini stimano per il 2021 una lieve ripresa delle vendite rispetto al 2020, ma rimarrebbe un forte divario del sell-in (vendite dal produttore al distributore) rispetto all’anno pre-covid: -37% a 1,4 miliardi.