di Luca Salomone

Accordo fra Banca Intesa Sanpaolo e Consiglio nazionale dei centri commerciali per indirizzare le imprese aderenti al Cncc verso investimenti in energie rinnovabili, favorendo la diffusione delle Comunità energetiche rinnovabili (Cer) e dell’autoconsumo collettivo.

Il patto prevede che i soggetti aderenti al Cncc siano accompagnati, nei loro progetti green, da Intesa Sanpaolo e da partner specializzati, attraverso soluzioni finanziare dedicate, le quali riconoscono un premio sui tassi di interesse, in funzione del raggiungimento di obiettivi Esg, condivisi fra le imprese e l’istituto di credito.

Commenta Roberto Zoia, presidente del Consiglio nazionale dei centri commerciali: «L’accordo con Banca Intesa fornisce soluzioni concrete per aiutare i nostri soci ad agire con una maggiore efficienza nell’implementazione di iniziative volte alla transizione energetica, oltre a dare un contributo per il raggiungimento delle sfide poste dalle norme comunitarie. Cncc è da diversi anni impegnato nel supportare la sostenibilità ambientale, a partire dalla realizzazione del “Manifesto per la sostenibilità”, così come nella definizione di clausole green per il rispetto dei parametri Esg».

Da sottolineare che l’accordo interessa un settore composto da 1.274 poli commerciali, con 19,9 milioni di mq di superficie utile, oltre 40 mila attività retail, 561 mila addetti e un fatturato annuo di 171,9 miliardi di euro, pari al 4,6% del Pil nazionale.

L'operazione, del resto, è coerente con le misure previste dal nuovo ‘Decreto Cer’: in vigore dal 24 gennaio di quest’anno, esso stimola la crescita delle comunità energetiche e la diffusione dell’autoconsumo con vari strumenti, fra i quali un contributo a fondo perduto, finanziato dal Pnrr, che può arrivare fino al 40% dei costi ammissibili.

Ma cos’è, precisamente, una 'Comunità energetica rinnovabile'? Secondo la definizione del Mase “è un insieme di cittadini, piccole e medie imprese, enti territoriali e autorità locali, incluse le amministrazioni comunali, le cooperative, gli enti di ricerca, gli enti religiosi, quelli del terzo settore e di protezione ambientale, che condividono l’energia elettrica rinnovabile prodotta da impianti nella disponibilità di uno o più soggetti associatisi alla comunità. In una Cer l’energia elettrica rinnovabile può essere condivisa tra i diversi soggetti, produttori e consumatori localizzati all’interno di un medesimo perimetro geografico, grazie all’impiego della rete nazionale di distribuzione di energia elettrica, che rende possibile la condivisione virtuale di tale energia. L’obiettivo principale di una Cer è di fornire benefici ambientali, economici e sociali ai propri membri, o soci, e alle aree locali in cui opera, attraverso l’autoconsumo di energia rinnovabile”.