Il maggiore operatore creditizio italiano taglia del tutto le commissioni Pos: sarà un trend? Forse sì. Del resto l'iniziativa non è completamente nuova, visto che ci ha già pensato, in maggio, Banca Sella per l'anno 2022.

Il piano di Banca Intesa è di 5 miliardi e comporta, come primo punto, l’azzeramento, per un anno delle commissioni sui micropagamenti elettronici in negozio fino a 15 euro, nonche la gratuità, per 12 mesi, del canone dei Pos e delle carte di credito commerciali. Inoltre, sulla lista, ci sono interventi per la liquidità, finanziamenti garantiti, agevolazioni sulle coperture assicurative e noleggio di beni strumentali per contenere i costi operativi.

“Le piccole e piccolissime imprese dei settori commercio, artigianato e alberghi di dimensioni minori - circa 500 mila, quelle clienti del gruppo, con fatturato aggregato che tocca i 2,5 miliardi di euro - rappresentano la fascia della nostra imprenditoria più folta e più esposta ai rincari dell’energia, delle materie prime e dagli effetti della crisi internazionale – si legge in una nota -. Il rischio per questo segmento, costituito in prevalenza da attività del terziario, è la drastica riduzione dei ricavi a fronte dell’impennata degli oneri”. L’intervento si aggiunge ai 30 miliardi già stanziati dalla banca in favore di Pmi e famiglie dall’inizio dell’anno, per contrastare specialmente le bollette pazze.

L’iniziativa, denominata Crescibusiness, è stata condivisa con le principali associazioni di categoria dei comparti interessati, con le quali è stato firmato un protocollo d’intesa. Fra queste Confcommercio, Confartigianato, e Federalberghi

In Italia le imprese con meno di dieci addetti sono più di 4 milioni, il 95% del totale delle società industriali e dei servizi. Il loro peso è molto elevato anche in termini occupazionali: impiegano circa 7,3 milioni di addetti, il 43,8% del totale.

Le condizioni Pos si aggirano, attualmente, intorno all’1%, ma con molti svarioni, per lo più verso l'alto. Di per sé non sono, dunque, particolarmente gravose - se non quantitativamente per le attività che hanno scontrini medi regolarmente piuttosto bassi -, ma sono diventate ancora più invise con la partenza, dal 30 giugno 2022, del Pos obbligatorio generalizzato, il quale ha comportato, per coloro che non si erano adeguati in anticipo, un ammasso di spese aggiuntive per l’acquisto dell’hardware, per canoni di manutenzione tecnica e quant’altro, il tutto già in presenza di una forte pressione inflattiva. Oltre a questo sono scattate le sanzioni, che ammontano a 30 euro per chi rifiuta bancomat o carte di credito, più il 4 per cento del valore della transazione.