Vi ricordate "Unemployee of the Year"? Era appena settembre e Gruppo Benetton lanciava la propria campagna globale per toccare il nervo scoperto della disoccupazione giovanile.

Oggi lo stesso gruppo annuncia ai sindacati una raffica di 445 licenziamenti: 228 nella sede di Ponzano Veneto, in prevalenza tecnici e personale produttivo, e 217 nella grossa rete delle unità estere.

Si potrebbero fare tante considerazioni ma è meglio riportare le motivazioni. Fashionmag, che citiamo testualmente, le ha chieste dai sindacati stessi e in questo caso a Andrea Guarducci di Cgil Treviso: “Questo piano rientra in un contesto di riorganizzazione complessiva dell’azienda, che sta diventando sempre meno industriale e sempre più commerciale. Mentre prima era Benetton a dettare le regole, ora è lei che è costretta a seguire le modalità organizzative dei suoi concorrenti come Zara o H&M. Oggi il prodotto targato Benetton impiega 13 mesi ad arrivare dalla produzione allo scaffale, contro i 7 dei concorrenti. L’azienda preferisce quindi rivolgersi direttamente a produttori/fornitori esteri capaci di offrire un prodotto finito in tempi ristretti”.

La colossale sforbiciata riguarda, infatti, anche una pletora di contoterzisti moda, ossia 135 aziende, praticamente esclusiviste, con un attivo valutato in 1.300 addetti.

Il tutto implica, per fortuna, il riassorbimento o la nuova assunzione nel ramo commerciale, di circa 300 persone, e il ritorno della proprietà alla gestione diretta dei monomarca, per cui i franchisee verrebbero trasformati in dipendenti.

L’ad del gruppo, Biagio Chiaranzola, ha già dichiarato che, per quanto dolorosa, la complessa architettura non poteva rimanere nel cassetto, visto che l’azienda avrebbe finito per continuare a perdere competitività, con un danno dunque ben peggiore.

Maggiori particolari si sapranno fra una decina di giorni, ossia il 19 febbraio, quando il management incontrerà ancora i sindacati.