di Luca Salomone

Mentre si scaldano i motori per la ventiduesima edizione di Cibus (7-10 maggio), Fiere di Parma chiude un bilancio in grande stile.

Il dato più rilevante è la posizione finanziaria netta, positiva per oltre 14 milioni di euro, una cifra che rende il polo emiliano un caso quasi unico nel proprio settore non solo a livello nazionale, ma anche europeo, sommando, inoltre, una disponibilità di free cash pari a 25 milioni di euro.

Il fatturato, lo scorso anno, ha sorpassato 41 milioni di euro, con un incremento del 14% sul 2022, mentre l’Ebitda ha totalizzato più di 13 milioni.

L’anno in corso ha visto, inoltre, il consolidamento di Fiere di Parma nell’agroalimentare, grazie all’accordo con Fiera Milano, che ha decretato il passaggio della gestione di Tuttofood a Parmafiere. Una strategia che si rafforza pure a livello internazionale con il recente patto siglato con Koelnmesse, in virtù del quale il gruppo tedesco porterà visitatori esteri a Cibus ed espositori stranieri a Tuttofood.

La prossima edizione di Cibus, frutto della consolidata collaborazione con Federalimentare si annuncia, del resto, come un evento da primato, battendo ogni altra edizione per numero di espositori (oltre 3 mila marchi e una lista di attesa di 600 aziende) e per la presenza di buyer della grande distribuzione italiana e internazionale - a oggi quasi 2 mila registrati - provenienti da mercati come Stati Uniti, Germania, Spagna, Francia, Regno Unito e Medio Oriente.

Il 2024 sarà anche l’anno dei Paesi dell’area Asean, con il ritorno della Cina, la grande assente durante la pandemia, e un’importante delegazione dal Giappone.