Un parziale salvataggio nel segmento del prosciutto di qualità. Gruppo Martelli, tramite la propria controllata Prosciutti 4 Stagioni, ha sottoscritto un accordo con Brendolan Prosciutti Spa, in liquidazione, per rilevare lo stabilimento di Via Gemona (a San Daniele del Friuli), storica stagionatura di prosciutto di San Daniele.

Nato nel 1959 da un piccolo macello di tradizione contadina, Gruppo Martelli è costituito da nove unità produttive che nell’insieme sviluppano un completo ciclo produttivo: dall’allevamento dei suini alla macellazione, dalla lavorazione delle carni fresche alla produzione dei prosciutti cotti e alla stagionatura dei prosciutti crudi. Grazie a questo accordo Martelli, che poteva già contare su tre stagionature di Prosciutto di Parma,
si rafforza nel mercato dei prosciutti dop e amplia la gamma dei propri prodotti. L'azienda ha generato nel 2010 (ultimo dato disponibile) ben 229 milioni di fatturato, di cui il 34% all'estero. Ha oggi due sedi, a Mantova e Padova.

La formula scelta per Via Gemona, dove il subentro decorre dal prossimo 16 dicembre, è un contratto di affitto annuale. Dell’accordo fanno anche parte i 12 posti di lavoro dello stabilimento, che saranno messi tutti in salvo.

La vicentina Brendolan, che produceva, fra l’altro 350.000 pezzi nel segmento del San Daniele, di cui 140.000 nel polo di via Gemona, è finita in liquidazione volontaria alla fine dell’estate, a seguito di 62 milioni di debiti verso le banche, le quali avevano deciso di non accettare più in garanzia la procedura del pegno rotativo sulla merce del magazzino. Così i soci maggioritari - entrati nel 2000 nella società fondata da Bruno Brendolan - ossia Consorzio Virgilio di Mantova e Ghinzelli (macellazione), avevano decretato il fermo.

Il passaggio di mano del polo di via Gemona non risolve comunque tutti i problemi, come sottolinea “Il Messaggero Veneto”: 43 lavoratori, sui 55 impegnati da Brendolan, restano in Cigs. Il segretario generale di Flai Cgil Udine, Fabrizio Morocutti ha spiegato, al quotidiano che se «la liquidazione volontaria sta andando bene, tanto che nello stabilimento di via Pirona continuano a ritmo serrato le spedizioni, il subentro parziale di Martelli non basterà a far fronte agli importanti debiti maturati dalla società, che non a caso si sta preparando a presentare richiesta di ammissione al concordato preventivo». Uno scenario che tra l’altro porterebbe gli addetti rimasti a casa dalla Cassa integrazione alla disoccupazione.