Una storia che è già leggenda. Un ragazzino, dalla sua Venezia, scrive a Papa Bergoglio e lamenta che la domenica non può stare con i genitori, dipendenti di centri commerciali. Sua Santità legge, gli telefona, lo rincuora con grande spirto argentino e latino. Cosa si sono detti? Non si sa... Quando la faccenda trapela e diventa pubblica il Gotha della gdo fa presente con tutto il fair play che la circostanza richiede, che, con le aperture festive, ha salvato moltissimi posti di lavoro...forse anche quelli dei coniugi veneziani.

Poi interviene Paul Klotz, ad di Aspiag, gruppo Despar, che dice al Corsera: “Se davvero questa coppia deve stare in negozio tutte le domeniche, venga in Aspiag, la assumiamo. Noi abbiamo trovato un giusto compromesso turnando il personale, prendendo studenti per il fine settimana e tenendo le serrande alzate non in tutti i punti vendita, così ogni dipendente copre una o due domeniche al mese. A me piace questo Papa, mi piace quello che dice, ma soprattutto in tempi di crisi il lavoro è cosa sana e bisogna preservarla. Anche lavorando nei festivi. La domenica è diventata il giorno per lo shopping più importante dopo il sabato e chi aveva annunciato di voler rispettare il riposo ha fatto dietrofront. Certo, può essere stressante per le famiglie, ma lo sarebbe molto di più se entrambi i coniugi fossero disoccupati”.

Non c’è da aggiungere niente a quanto detto da Kloz: finalmente qualcuno che ragiona. Ci voleva. Ma il ragionamento per quanto moderato è, per forza di cose, pur sempre di parte.

Perché anche il movimento Liberaladomenica, affiancata tra gli altri da Federstrade-Confesercenti ha le sue belle ragioni. “Il decreto Salva-Italia, varato dal Governo Monti, ha introdotto nel commercio italiano un regime di totale deregulation degli orari e dei giorni di apertura che non ha eguali in Europa (ma tutta la Francia invece sta lottando per avere quello che noi abbiamo, ndr). E che sta creando un problema sociale ed economico”, spiega Mina Giannandrea, presidente di Federstrade Confesercenti.

“Da un lato ci troviamo di fronte a imprenditori e lavoratori del commercio costretti a lavorare tutti i giorni della settimana, Natale e Capodanno inclusi, rinunciando alla famiglia e agli affetti; dall’altro, la concorrenza esercitata 24 ore su 24, 365 giorni l’anno dalla grande distribuzione organizzata sta spazzando via le PMI italiane del settore, schiacciate tra deregulation e crisi. Dall’inizio del 2012, anno in cui è entrato in vigore il Salva-Italia, il saldo tra aperture e chiusure di nuove imprese è tragicamente negativo: ne sono sparite senza essere sostituite ben 36.406, bruciando almeno 90mila posti di lavoro”.

Una faccenda sempre più dolorosa, che solo il rilancio dei consumi potrebbe sanare. Chi farà il Miracolo?