Secondo Massaro il 2015 dovrebbe fare segnare una crescita dello 0,3% in volume e dello 0,9% in valore dei consumi food, contro una flessione dello 0,5% registrata nel 2014. Andrà meglio per i secchi, in lieve salita nell’indice di prezzo, mentre le bevande continueranno a rimanere in negativo, anche se il loro andamento sarà un po’ più sereno, con segnali del -0,7% sul versante dei volumi e con un -0,3% su quello dei valori. E’ attesa anche una lieve rimonta per l’ortofrutta confezionata a peso fisso, che recupererà circa un punto percentuale.

Sempre secondo Iri si confermerà la stasi delle marche private, praticamente ferme sul 18% lo scorso anno, come il livello di saturazione raggiunto dalla leva promozionale.

E in materia di promozioni ha destato sorpresa l’analisi condotta da Unaprol. Se da un lato, secondo il Consorzio olivicolo italiano il mercato si è confermato robusto con vendite di 634 milioni nella Gdo (dati Iri), allarma il peso della scontistica: “Lo studio del periodo 2008/2014 – su cifre Iri - mostra sì la tenuta delle vendite di extra vergine all’interno della grande distribuzione, ma evidenzia - afferma Pietro Sandali, direttore generale del consorzio - che una percentuale alta del prodotto viene venduta in promozione. Solo nel 2014 la quota è stata del 66% e dimostra che l’extra vergine convenzionale viene spesso utilizzato come prodotto civetta".

Diverso, invece, l'atteggiamento adottato nei confronti dei consumatori più colti ed alto spendenti, che la Gdo intercetta con prodotti bio, Dop e 100% italiano a prezzi decisamente superiori. Doppio o quasi triplo il prezzo per le prime due categorie e del 20% circa in più per la terza.