Da almeno dieci anni le normative regionali non registrano cambiamenti che aprano  a  una reale concorrenza e siano di incentivo allo sviluppo  del settore distributivo. Persistono anacronistiche barriere che, di fatto, ostacolano l’ingresso di nuovi operatori e limitano i benefici per i cittadini.

E’il caso del sistema distributivo dei carburanti: la Corte di Giustizia dell’Unione europea si è pronunciata  per l’eliminazione dei vincoli,  eppure ancora oggi  il settore non risulta concorrenziale, come ha sottolineato  di  recente  anche l’Autorità  garante  della concorrenza  e  del  mercato. Una  tale  scelta  conservativa  ha  di  fatto  impedito  la  modernizzazione  di  interi  settori  economici,  con  il  risultato che  i cittadini non  possono  usufruire  di servizi  più  efficienti  e  meno  costosi.  

Ad affermarlo è Ancd Conad che ha  presentato ieri a Roma la  IX  edizione del Rapporto sulla  legislazione  commerciale.  
 
“E’  doveroso interrogarsi sugli effetti che certe scelte in campo legislativo possono produrre  nel sistema economico del Paese –  fa notare il segretario generale di  Ancd Conad, Sergio  Imolesi  –  e  sperare che il  governo e i   partiti sappiano mettere a  punto   le   risposte   più adeguate alle necessità  di questo  difficile periodo e, più in generale, a un  quadro  economico  nazionale e internazionale che è  cambiato  in  modo  radicale”.

Al fine di recuperare lo spirito della riforma  Bersani, il   Rapporto presenta alcune proposte rivolte  al  legislatore. Proposte che spaziano   dall’eliminazione  dei   vincoli nei nuovi mercati di interesse per la distribuzione commerciale, al contrastare programmazioni che  selezionino  l’offerta,  dalla  necessità  di una normativa  settoriale  uniforme in  tutto il  Paese  alla  revisione  del  ruolo e  delle  funzioni  di  Comuni  e     Province. Ma anche proposte per  ripristinare le soglie dimensionali dei punti di vendita definite  dalla riforma Bersani e semplificare le   procedure che autorizzano l’insediamento di medie e grandi strutture della moderna distribuzione. “Raggiungere  tali  obiettivi – puntualizza  Imolesi -  permetterebbe  al  Paese  di  innovare  e  migliorare  la  propria efficienza, condizioni indispensabili anche per la modernizzazione e la crescita del commercio”.

Il tutto mentre in Lombardia il Consiglio ha votato all’unanimità, sempre ieri, una durissima legge che prevede la sospensione delle autorizzazioni alle aperture dei grandi centri commerciali. E la prossima a procedere in questo senso dovrebbe essere la Campania. E il tutto mentre il Governo Letta ha sì slittato ad ottobre l’aumento dell’Iva dal 21 al 22%, ma ha contestualmente pensato bene di recuperare il mancato flusso silurando il potere di acquisto, la produttività e il reddito di molti cittadini - lavoratori autonomi, commercianti e liberi professionisti –, fra l’altro aumentando di 1 punto l’acconto Irpef, Ires e Irap di novembre.